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L'attore Cullin a Draghi: "Teatri chiusi, poi in aereo tutti attaccati: vigili, la prego"

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CAGLIARI. "Caro presidente Draghi...": è rivolta al nuovo presidente del consiglio italiano la lunga e garbata missiva firmata dall'attore cagliaritano Jacopo Cullin che da mesi, come tutti i suoi colleghi del mondo dello spettacolo, ha dovuto rinunciare agli spettacoli dal vivo, anche se aveva programmato una tournee da tutto esaurito. Non si lamenta di questo, Cullin, "perché la salute viene prima di tutto". Ne è consapevole e lo sottolinea. 

Però oggi ha preso un aereo, per lavoro. Ieri ha fatto, responsabilmente, un tampone. E racconta a Draghi qual è stata la situazione che ha vissuto. A bordo di un aeromobile Alitalia, tutti ammassati e senza alcun distanziamento. Fa il parallelo tra una cabina e un ampio teatro, con il soffitto alto 15 metri, l'attore. Che conclude con una richiesta rivolta al neo premier: "Vigili, la prego di fare attenzione e di prendere provvedimenti immediati, perché altrimenti si rischia davvero che le persone perdano la pazienza e non se ne esce più. Io aspetto qui, tranquillo, mi metto qui e aspetto il mio turno, cerco di dare il buon esempio sperando davvero che lo facciano tutti". 

Ecco il post di Cullin (con post scriptum pungente). 

Caro Presidente Draghi, Le scrivo per raccontarle un episodio spiacevole che mi è capitato proprio poco fa, ma prima...

Pubblicato da Jacopo Cullin su Martedì 16 febbraio 2021

Caro Presidente Draghi,

Le scrivo per raccontarle un episodio spiacevole che mi è capitato proprio poco fa, ma prima faccio una piccola premessa.

Mi chiamo Jacopo Cullin e faccio l’attore, ho sempre pensato al mio lavoro come una sorta di missione, nessuno mi ha dato questa responsabilità ma me la sono presa da solo e non mi pesa.

Mi piace far ridere le persone e credo di riuscirci abbastanza bene, è una sensazione bellissima sentire la risata del pubblico e ti ripaga di tutto, credo di avere un dono e ringrazio ogni giorno perché son riuscito a farlo diventare il mio lavoro. Non ho mai chiesto alcun finanziamento pubblico, comunale, provinciale, ne tantomeno statale, ho sempre avuto la fortuna, o forse anche il merito, di avere un pubblico disposto a pagare un biglietto per vedermi. Son convinto che i finanziamenti servano per sostenere chi fa un teatro meno popolare ma ugualmente importante.

Dal marzo scorso ho dovuto interrompere la mia tournée con gli spettacoli già tutti sold out, e ancora oggi ovviamente non sappiamo quando riusciremo a recuperarli, non ho mai fiatato perché so bene che la salute viene prima di tutto e nel mio caso specifico dovrei mettere insieme più di 800 persone ogni sera e potrebbe essere pericoloso. Capisco benissimo e come si dice da noi a Cagliari “Mellusu a du timmi che a du provai” (Meglio averne paura che provarlo), per questo motivo non bacio mia madre e mia nipotina dal marzo 2020, saluto gli amici col pugnetto o col gomitino, evito gli assembramenti da sempre figuriamoci adesso. Ho anche provato a fare delle dirette su Facebook per strappare qualche sorriso alle persone e forse ci sono riuscito, ma quando finiva la diretta e mi ritrovavo da solo sul divano di casa senza aver sentito nemmeno mezzo applauso o una risata mi sembrava di non aver fatto nulla, ma va benissimo così.

Mi scusi il preambolo un po’ lungo ma ci tenevo a farle sapere che non c’è rabbia in questo post ma solo un pizzico di delusione. Forse ho un modo di vivere troppo naive e penso che sia semplice capire che se vogliamo uscire da questa situazione dobbiamo farlo tutto insieme, uno sforzo comune per una vittoria comune.

Ieri mattina sono andato a fare un tampone molecolare perché oggi dovevo prendere un volo per comprovate esigenze lavorative (da domenica mi potrà vedere su Rai 1 nella Fiction “Le indagini di Lolita Lobosco” {pubblicità}), ho ricevuto l’esito negativo e sono andato a prendere il mio volo a cuor leggero.

Mentre facevo la fila per entrare nell’aeromobile pensavo a quando fosse bella questa distanza di un metro, mi sembrava di essere all’estero. Poi però in un attimo sono tornato in Italia e ho trovato l’aereo pieno zeppo, uomini, donne, bambini e un simpatico chihuahua proprio accanto a me.

Per un attimo ho assaporato la sensazione della vita che abbiamo lasciato un anno fa, quella fantastica lotta per accaparrarsi il bracciolo con prepotenza, quel tentativo inutile di far entrare un trolley nello spazio di una pochette, un meraviglioso tuffo nel passato! Poi però ho pensato “ma non saremo troppi?”, “Ma il metro di distanza?”, “Il mio spettacolo dura quanto un volo, i soffitti dei teatri sono alti circa 10/15 metri e i posti sono molto più larghi...” Insomma mi è sembrato proprio che non avesse alcun senso e mi è sembrata una mancanza di rispetto.

Io sono convinto che anche secondo lei il Teatro così come il Cinema, i ristoranti, i bar, le palestre etc etc abbiano una funzione sociale fondamentale, e che non si può pensare di limitare la libertà delle persone senza dare il buon esempio.

Alitalia è la compagnia di bandiera e rappresenta lo Stato Italiano, la prego di fare attenzione e di prendere provvedimenti immediati, perché altrimenti si rischia davvero che le persone perdano la pazienza e non se ne esce più.

Io aspetto qui, tranquillo, mi metto qui e aspetto il mio turno, cerco di dare il buon esempio sperando davvero che lo facciano tutti.

Distinti saluti,

Jacopo Cullin
P.s. Se dovesse condividere questo post e successivamente le arrivasse un messaggio dove le dicono che ha vinto un premio etc etc, non ci clicchi su perché non è vero. Grazie.