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"Esausti e inermi, c'è un'anziana che trema sulla barella: forse ha figli e nipoti, ma è sola"

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CAGLIARI. Volti stanchi, corpi esausti dopo l'ennesima notte di attesa. Sono seduti sulle panchine fuori dal pronto soccorso. Una tenta di riposare, socchiude gli occhi. Aspettano da ore che il loro paziente Covid, fermo dentro la loro ambulanza, possa essere ricoverato e ricevere le cure di cui ha bisogno. Sanno che questo, probabilmente, non succederà prima del mattino seguente. Vivono la stessa identica notte da giorni. L'ospedale è saturo, i medici e il resto del personale sanitario fanno quello che possono, senza fermarsi mai. Una soccorritrice, Manuela Piras, si ferma e scatta una foto, bella e drammatica allo stesso tempo. Ci sono i suoi colleghi, sfiniti, in attesa. Poi torna a casa e racconta sui social ciò che ha vissuto e visto, quella notte, da dietro la visiera.

"Dentro la nostra ambulanza c'è una signora, è anziana, è positiva al Covid, trema, non può godere del privilegio di una compagnia che la supporti nella sofferenza perché la sua sofferenza fa paura, la sua sofferenza è contagiosa", scrive la soccorritrice, "È ferma all'interno della stessa ambulanza da questa mattina, ormai è notte. È ancora lì e gli equipaggi dei soccorritori cambiano e si susseguono ad osservare quel minuscolo corpo tremante dentro quella vettura piena di tubicini e lucette. Abbiamo fame, abbiamo sete ma non possiamo svestirci o spostare la visiera, dobbiamo evitare la famigerata contaminazione".
"Mentre aspettiamo inermi e sfiniti", racconta Manuela, "immaginiamo di essere in campeggio, ci sono i camper, persone sedute all' aperto ma immaginare il barbecue ci riporta alla realtà con il ricordo della nostra fame e chiudiamo il sogno con una dimessa risata. Prima di andare via il mio sguardo si volge un' ultima volta verso la malcapitata. Dalla sua cuccia di coperte sopra la barella spunta un esile braccio pallido e una testa privata troppo presto della sua folta chioma. Da giovane magari era bellissima e faceva girare la testa agli uomini, magari era una ribelle o magari una timida signorina che arrossiva facilmente, forse ha dei figli e dei nipotini che in questo momento non possono starle vicino. Ma....tutto questo non importa, qualunque sia la sua vita e la sua storia, se morirà, verrà ricordata solamente come quella che 'aveva altre patologie'". 
 
Riportiamo di seguito il post integrale della soccorritrice: 
 
Se fosse una serie tv probabilmente la guarderei con quella voracità che mi tiene attaccata utilizzando l' ansia e l'angoscia come matrice catalizzante.
Non è una serie TV.
Da dietro la mia visiera scorgo solo luci, persone coraggiose bardate di bianco intimorite da qualcosa di sudbolo che esiste ma non si vede. Si percepisce in tutta la sua potenza ma non sai mai esattamente dov'è.
Dentro la nostra ambulanza c' è una signora, è anziana, è positiva al covid, trema, non può godere del privilegio di una compagnia che la supporti nella sofferenza perché la sua sofferenza fa paura, la sua sofferenza è contagiosa.
È ferma all' interno della stessa ambulanza da questa mattina ,ormai è notte, è ancora lì e gli equipaggi dei soccorritori cambiano e si susseguono ad osservare quel minuscolo corpo tremante dentro quella vettura piena di tubicini e lucette.
Abbiamo fame, abbiamo sete ma non possiamo svestirci o spostare la visiera, dobbiamo evitare la famigerata contaminazione.
Mentre aspettiamo inermi e sfiniti, immaginiamo di essere in campeggio, ci sono i camper, persone sedute all' aperto ma immaginare il barbecue ci riporta alla realtà con il ricordo della nostra fame e chiudiamo il sogno con una dimessa risata.
Ora andremo via, un altro gruppo di soccorritori ci darà l' ennesimo cambio e porteremo a casa il freddo ricordo di una povera vecchina rantolante.
Prima di andare via il mio sguardo si volge un' ultima volta verso la malcapitata. Dalla sua cuccia di coperte sopra la barella spunta un esile braccio pallido e una testa privata troppo presto della sua folta chioma. Da giovane magari era bellissima e faceva girare la testa agli uomini, magari era una ribelle o magari una timida signorina che arrossiva facilmente, forse ha dei figli e dei nipotini che in questo momento non possono starle vicino. Ma....tutto questo non importa, qualunque sia la sua vita e la sua storia ,se morirà , verrà ricordata solamente come quella che " aveva altre patologie".