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"Io, incinta, chiusa in casa da 44 giorni per il virus": l'odissea in Sardegna

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Incinta, in casa da 44 giorni, ormai al sesto tampone. E conoscere i risultati è un'odissea. Lo racconta una donna, che in un post esordisce spiegando di credere al virus, ma "purtroppo non credo più a tutto il resto". 
 
La sua storia inizia il 13 agosto, spiega, quando va in ospedale a Nuoro per una storta al piede. Nella sala d'attesa del Pronto soccorso c'erano numerose persone. "Io che mi sposto in continuazione per non avvicinarmi a nessuno perché ho avuto davvero paura di prendere il virus", scrive, "anche perché sono incinta. Chi mi conosce sa quanto ho rispettato le regole non mettendo il naso fuori di casa per settimane, mesi". Preoccupata di aver davvero preso il virus, appena possibile riesce a fare il tampone, insieme al resto della famiglia. Risultato? Lei e il marito positivi, le figlie e i loro contatti negativi. Riferendosi all'ospedale, chiede: "Questo virus, dove posso averlo contratto se non lì?". 
 
Da quel momento inizia quella che chiama la "guerra dei tamponi. L'Igiene pubblica non risponde, la direzione sanitaria non risponde. Usca non ha i nostri tamponi". Il 24 agosto arriva una telefonata "dall'Ats di Cagliari, dichiaro di esser incinta di 5 mesi, di aver problemi ai reni e che il mese prima avevo avuto l'ultimo intervento, e che mia figlia aveva un defic di immunoglobuline". Non ha sintomi e "i giorni passano così, senza farci sapere nulla, senza mai una chiamata nemmeno per farci sapere i risultati dei tamponi". Il tempo passa e si arriva al terzo tampone, questa volta negativo: "Quindi dopo 24 ore avrebbero dovuto ripeterlo, ma passano 5 o 6 giorni prima di veder qualcuno bussare alla porta". Lei chiama per avere i risultati "ma purtroppo mi viene detto che è stata persa pure la cronologia di tutti i tamponi fatti". Lei ricostruisce le date, e poi la doccia fredda: "Il tampone risulta ancora una volta positivo! Ho il covid a settimane alterne". Esasperata, chiede "almeno di poter fare un'ecografia ai reni e una per vedere se la gravidanza procede bene (inizio 7' mese) ma niente... nessuno ci tocca". 
 
"Mi chiedo in questi casi di chi sia la responsabilità se mi succedesse qualcosa? Non ho mai ricevuto una chiamata per sapere come sto, di monitorare nemmeno l'idea. E ancora oggi non ho capito cosa vogliano dire con monitoraggi da casa". Intanto, ha fatto ripete i tamponi alle bimbe così che sono potute andare a scuola, e stanno dalla nonna. Le viene fatto il quinto tampone, negativo. Dopo alcuni giorni, il sesto e ora è in attesa del risultato "e chissà quando mi faranno sapere".