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Beato Carlo Acutis, corpo "intatto" 14 anni dopo la morte: un miracolo (del silicone)

Beato

 

 

ASSISI. Questa è la storia di un miracolo di silicone. Quello che è stato smentito anche dalla Chiesa, ma la forza della disperazione e della credulità popolare pare essere anche più forte delle dichiarazione ufficiale di chi, da tutto questo, potrebbe trarre vantaggio ma non lo fa. Per fortuna. 

Succede che è in corso la procedura di beatificazione di Carlo Acutis, ucciso da una leucemia il 15 ottobre del 2006, a soli 15 anni. La sua è stata una breve vita improntata alla fede e alla evangelizzazione. Era votato alla santità, raccontano le cronache ecclesiali. E il cammino per arrivarci è  iniziato il 13 maggio 2013, quando è stata avviata la causa di beatificazione. Il 5 luglio 2018 papa Francesco ha autorizzato la promulgazione del decreto che dichiarava Venerabile Carlo . Tanto che ieri, ad Assisi, nella chiesa di Santa Maria Maggiore,  dove sono custodite le sue spoglie mortali, è stata aperta la sua tomba.

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Miracolo: "Il corpo è incorrotto". A 14 anni dal decesso ciò che appare sotto gli occhi dei fedeli (e di chiunque abbia deciso di guardare) è il corpo di un ragazzo che sembra essersi addormentato pochi minuti prima. Miracolo, gridano molti preti e parroci online. Miracolo, grida Mario Adinolfi del Popolo della Famiglia, che ne parla anche da Barbara D'Urso. Miracolo, gridano decine di migliaia di fedeli sull'internet. Altrettanti aggiungono un emoji con le mani giunte e l'immancabile "Amen!". Non proprio segni riconosciuti dalla liturgia ufficiale, ma tant'è, l'era è quella che è. Miracolo, rilanciano molte testate online. 

Ma qui, se miracolo c'è, è quello compiuto da specialisti del silicone. E a spegnere gli entusiasmi deve arrivare un quasi inevitabile comunicato della Diocesi di Assisi. Il vescovo Domenico Sorrentino è costretto a scrivere: "All’atto dell’esumazione nel cimitero di Assisi, avvenuta il 23 gennaio 2019 in vista della traslazione al Santuario, esso fu trovato nel normale stato di trasformazione proprio della condizione cadaverica. Non essendo tuttavia molti gli anni della  sepoltura,  il corpo, pur trasformato, ma con le varie parti ancora nella loro connessione anatomica,  è stato trattato con quelle  tecniche di conservazione e di integrazione solitamente praticate per esporre con dignità alla venerazione dei fedeli i corpi dei beati e dei santi. Un’operazione che è stata svolta con arte e amore. Particolarmente riuscita la ricostruzione del volto con maschera in silicone.  Con specifico trattamento è stato possibile recuperare la reliquia preziosa del cuore che sarà utilizzata nel giorno della beatificazione”. QUI LA NOTA 

Insomma, la natura ha fatto il suo corso sul quel corpo di un ragazzo morto a soli 15 anni. Gli specialisti hanno agito. E ora lo farà anche la Chiesa. Ognuno nel suo campo.