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La Lega in pressing per la ripresa del campionato, ma il governo frena

ROMA. "Il Consiglio di Lega Serie A conferma all'unanimità l'intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza". È la Lega a spingere, al termine dell'ennesima riunione, per "la ripresa dell'attività sportiva, nella cosiddetta fase 2", che "avverrà in ossequio alle indicazioni di Fifa e Uefa, alle determinazioni della Figc, nonché in conformità ai protocolli medici a tutela dei calciatori e degli addetti ai lavori".

Ma è il ministro dello Sport Spadafora a gelare la Lega: "Al momento non posso dare per certo né la ripresa degli allenamenti il 4 maggio né del campionato". Così, su Rai 2, il ministro ha commentato l'ipotetica ripresa della Serie A: "Lo sport non è solo calcio. La serie A è una industria economica,ma pensiamo alla riapertura di tutti gli sport", sottolinea. "Mercoledì vedrò la Figc, ma riprendere allenamenti non vuol dire riprendere campionato". E poi ha annunciato: "La prossima settimana daremo bonus di 600 euro a collaboratori sportivi e 100mila euro per società dilettantistiche".

Di certo, però, non si potranno riaprire gli stadi. Ne è sicuro il viceministro della Salute Sileri, che ha spiegato: "Gli stadi non potranno riaprire: il rischio tra i giocatori anche per partite a porte chiuse resterebbe troppo alto". E poi ha chiesto cautela anche agli amatori della corsetta: "Da soli, in un perimetro di 200 metri da casa e che non duri ore. Da medico e da viceministro della Salute sostengo che le regole per l'attività all'aperto dovranno essere ancora le stesse per alcune settimane e poi con l'avvio della fase 2 mi auguro possano essere modificate, ma solo se i dati ci consentiranno di farlo".