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Il caso di Tatiana Tramacere, la criminologa Bruzzone: "Paghi lei i costi delle ricerche"

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NARDÒ. "Se sarà confermato che l’allontanamento è stato volontario, allora è doveroso che i costi delle ricerche e dei procedimenti penali avviati vengano posti a carico della diretta interessata". Così la criminologa Roberta Bruzzone interviene sul caso della scomparsa di Tatiana Tramacere, la 27enne di cui per giorni si erano perse le tracce a Nardò e che poi è stata ritrovata nella mansarda del suo amico Dragos Ioan Gheormescu. Ieri sera era inoltre arrivata la notizia, poi smentita poco dopo, della sua morte. 

"Non si può giocare con le istituzioni, con le risorse pubbliche, con la paura delle famiglie e con l’attenzione di chi ogni giorno rischia la vita per salvare quella degli altri. È ora di dirlo con chiarezza: le emergenze vere meritano mezzi e rispetto. Le emergenze inventate, no", prosegue Bruzzone in un post sui social. 

E arriva anche il commento, all'Adnkronos, di Pierpaolo Dell'Anno, professore ordinario di Procedura penale all'Università di Roma Tor Vergata: "Appare preliminare verificare con ogni strumento investigativo se la scelta del silenzio sia stata libera e volontaria - commenta - In questo caso, sembra possibile affermare che risulti difficile ipotizzare conseguenze penali in capo alla giovane", ha detto il penalista. 

In particolare, secondo quest'ultimo, è escluso il reato di procurato allarme: "La condotta di procurato allarme sanziona chiunque annunci disastri, infortuni o pericoli inesistenti suscitando allarmi, trattandosi di una fattispecie che postula anche dal punto di vista letterale inequivocabilmente una condotta attiva. Condotta che nel caso di specie sembra assolutamente inconfigurabile, non risultando allo stato alcun tipo di annuncio o qualsivoglia condotta comunicativa, essendosi a quanto pare la ragazza limitata ad allontanarsi e mantenere il silenzio sulla sua condizione".

"Per le medesime ragioni - ha sottolineato Dell'Anno - appare ancora meno configurabile l’ipotesi di simulazione di reato (cioè di creazione di tracce, segni, indizi per far sembrare che un reato sia stato commesso, ndr), difettando per quanto a mia conoscenza qualsivoglia forma di comunicazione all’Autorità Giudiziaria da parte della ragazza". Ma c'è un ma: "Ove risultasse invece che Gheormescu abbia reso false dichiarazioni alla polizia giudiziaria su istigazione di Tatiana Tramacere, anche quest'ultima ne risponderebbe in concorso"

Sul caso della notizia, poi smentita della morte della giovane, Bruzzone scrive un altro commento, sempre sui social: "Nel giro di pochi minuti, ieri sera, abbiamo assistito all’ennesima rappresentazione grottesca dello 'stato dell’arte del giornalismo italiano.

Prima Tatiana era data per morta. Poi l’amico diventava magicamente l’assassino.

Poi ancora una folla inferocita davanti alla caserma, pronta per il linciaggio mediatico. E infine… la narrazione cambiava di nuovo, in corsa, senza nemmeno il pudore di ammettere l’errore.

Siamo di fronte a un’informazione che non informa ma improvvisa, specula, distorce, costruisce scenari emotivi per fare traffico, non per dire la verità", ha scritto.

"A questo punto credo che sia arrivato il momento di fermarsi davvero", ha aggiunto ancora.