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Il colosso Amazon taglia 30mila posti di lavoro: saranno sostituiti dall'intelligenza artificiale

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SEATTLE. Il colosso dell’e-commerce, Amazon, ha avviato da oggi, martedì 28 ottobre 2025, il più grande taglio di posti di lavoro d’ufficio nella storia dell’azienda. Per ridurre i costi dopo le numerose assunzioni effettuate durante il picco della domanda dei suoi servizi online nel periodo della pandemia di Covid-19, verranno effettuati 30 mila licenziamenti.

La notizia, riportata dal Guardian, segue l'avvertimento dell'amministratore delegato Andy Jassy che aveva anticipato l'impiego dell'intelligenza artificiale in alcuni settori. I tagli riguardano circa il 10% dei 350.000 dipendenti aziendali, principalmente nel ramo corporate, logistica, pagamenti e risorse umane.

“Avremo bisogno di meno persone per svolgere alcuni dei lavori che vengono svolti oggi, e più persone per fare altri tipi di lavori. È difficile sapere esattamente come andrà a finire nel tempo, ma nei prossimi anni ci aspettiamo che questo riduca la nostra forza lavoro totale negli uffici man mano che otterremo guadagni di efficienza dall'uso estensivo dell'AI in tutta l'azienda", scrisse Jassy ai dipendenti. 

Un ulteriore fattore alla base di questi tagli è l’intelligenza artificiale. Lo stesso Jassy ha riconosciuto pubblicamente che la diffusione crescente di strumenti basati sull’IA sta riducendo la necessità di personale impiegato in attività ripetitive o di back-office. Secondo gli analisti del settore, Amazon avrebbe ormai raggiunto livelli di produttività tali da consentire una significativa diminuzione della forza lavoro nelle funzioni amministrative e operative. L’adozione di tecnologie di automazione avanzata, machine learning e sistemi di controllo autonomi sta quindi trasformando il modello organizzativo dell’azienda, limitando il bisogno di ruoli intermedi.

I licenziamenti annunciati martedì superano i 27 mila avvenuti tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023, quando Jassy aveva avviato una prima fase di riduzione del personale. Quella decisione era arrivata dopo gli anni della pandemia, dove Amazon aveva assunto a ritmi accelerati per fronteggiare l’esplosione della domanda di e-commerce. “Abbiamo dovuto spendere molto di più e procedere molto più velocemente nella costruzione delle nostre infrastrutture di quanto avessimo mai immaginato” aveva spiegato il ceo a Fortune.