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Caldo nelle carceri: temperature insopportabili senza impianti di condizionamento

 

 

 

CARCERE-CALDO

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ROMA. Nelle carceri il caldo insopportabile rende la vita dei detenuti intollerabile. Le condizioni disperate a Rebibbia, riaccendono la questione sulla qualità della vita dei detenuti.

Lo testimonia l’ex sindaco e ministro Gianni Alemanno dallo stesso carcere, tramite la sua pagina Facebook. Secondo quanto ha scritto, le temperature al piano terra sarebbero tollerabili, tuttavia già salendo al secondo piano, il caldo aumenterebbe considerevolmente rendendo impossibile la vita quotidiana con “quasi dieci gradi di temperatura in più”. Racconta inoltre che l’assenza di impianti di condizionamento nelle celle e nei corridoi viene contrastata con “miserevoli trucchi”, e chi non può permettersi un ventilatore si arrangia come può.

Le condizioni di vita nelle carceri sono note ormai da tempo, oltre il caldo, il sovraffollamento non aiuta e i suicidi rimangono una piaga. Ci sono però carceri, come quello di Uta (CA), in cui solo quattro giorni fa sono stati portati 250 refrigeratori, uno per ogni cella. L’iniziativa, portata avanti dalla Fondazione Domus de Luna, ha contrastato il torrido caldo di questi giorni.

La speranza è che la qualità della vita nelle carceri possa progressivamente migliorare dando voce a coloro che lo vivono da vicino.