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PERUGIA. Erano stati espulsi dall'Italia con un'accusa di terrorismo, che però poi è stata archiviata dal Tribunale di Perugia perché insussistente. Così ora tre cittadini marocchini e uno tunisino hanno avviato una causa di risarcimento per due milioni di euro, contro lo Stato italiano.
La vicenda risale al 2022: i 4 uomini erano regolarmente in Italia, con permesso di soggiorno e lavoro a tempo indeterminato. Dopo le accuse sono stati costretti ad abbandonare le famiglie, mogli e figli minorenni, che sono rimasti senza alcun sostentamento.
Dai loro redditi dipendevano le mogli e i figli minorenni nati in Italia. Dopo il rimpatrio coatto avrebbero subito "gravissimi danni patrimoniali e non", spiega il legale dei 4 nordafricani, Hilarry Sedu, che parla di un grave errore giudiziario.
Secondo quanto si apprende i tre erano titolari di una carta di soggiorno, lavoravano con un contratto a tempo indeterminato ed erano genitori di figli minorenni nati in Italia.
"Lo Stato deve riconoscere e ammettere quando sbaglia - sottolinea Hilarry Sedu - e deve ripristinare le sofferenze dei minori ai quali ha strappato dei genitori già integrati nel contesto sociale italiano. Deve far sì che questi minori non crescano con il risentimento nei confronti della bandiera italiana perché non si devono ripetere le tragedie avvenute nelle banlieue francesi".