ROMA. "Lascio, ma non prima che venga formato il nuovo governo", aveva detto il segretario del PD Matteo Renzi all'indomani del voto che ha sancito la disfatta dei democratici. Un annuncio su dimissioni postdatate che aveva suscitato molte polemiche. Che oggi sono state spente dal segretario Matteo Orfini: "Matteo Renzi si è formalmente dimesso lunedì. Come da lui richiesto nella lettera di dimissioni, e come previsto dallo statuto, ho immediatamente annunciato la convocazione dell'assemblea nazionale per gli adempimenti conseguenti", spiega in una nota, "Contestualmente ho convocato la direzione nazionale che sarà aperta dalla relazione del vicesegretario Martina. Nella direzione discuteremo le scelte politiche che il Pd dovrà assumere nelle prossime settimane". E si capirà se e come il partito uscito sconfitto dalle elezioni deciderà di fare da stampella a una maggioranza, di centrodestra o a Cinque Stelle. Anche se Carlo Calenda, ministro dello Sviluppo economico nel governo Gentiloni, neo iscritto al Pd, ha chiarito: "Se il Pd si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici".
Se il PD si allea con il M5S il mio sarà il tesseramento più breve della storia dei partiti politici. https://t.co/JKAloycTFB
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) 7 marzo 2018