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"Troppo mascolina per essere stuprata", la Cassazione annulla la sentenza delle polemiche

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ANCONA. Due giovani accusati di stupro erano stati assolti perché la vittima, secondo i giudici d'Appello (tutte donne), era troppo "mascolina" per essere violentata. Non "appetibile" quindi, per i presunti aguzzini. Una sentenza (qui la notizia) che aveva suscitato scalpore che adesso è stata annullata dalla Cassazione. Secondo la suprema Corte l'aspetto fisico di una donna è del tutto "irrilevante" e, soprattutto, "è un elemento non decisivo" per la credibilità della denuncia. 

La violenza era avvenuta a Senigallia il 9 marzo del 2013. La giovane, peruviana, aveva accusato due sudamericani di aver abusato di lei durante una serata alcolica. In primo grado la condanna, poi in Appello l'assoluzione. Stando alla ricostruzione contenuta nella sentenza la giovane era talmente mascolina che sul cellulare di uno dei due era registrata come "il vichingo". Questo e altri elementi avevano indotto incredibilmente i giudici a stabilire che il suo racconto della violenza subita fosse inattendibile. 

Il Procuratore di Appello di Ancona ha presentato ricorso in Cassazione. Gli ermellini si sono espressi:  i giudici di merito si sarebbero basati su una "incondizionata accettazione" della narrazione dei fatti proposta dalla difesa degli imputati  mentre non è stato fatto alcun "serio raffronto critico" con il verdetto di condanna emesso in primo grado. Rileva ancora la Cassazione, inoltre, che senza il necessario "supporto probatorio" le dichiarazioni dei due imputati sul consenso al rapporto sessuale sono state prese per buone a fronte della brutalità del rapporto in seguito al quale la ragazza si è dovuta sottoporre a intervento chirurgico e trasfusione.

Il processo è stato rinviato in Appello.