ROMA. "Dobbiamo garantire che il tifoso che sbaglia sia severamente punito e che sia punito il doppio se è tesserato. Però bisogna distinguere tra chi porta i coltelli in uno stadio e chi esibisce uno striscione o fa certi cori. No alle responsabilità collettive, la responsabilità penale è personale".
Così il ministro dell'Interno Matteo Salvini si è espresso alla fine della riunione straordinaria dell'Osservatorio del Viminale sulla violenza negli stadi, convocata dopo gli scontri fra ultrà del Napoli e dell'Inter, a Milano, il 26 dicembre. Salvini si è detto contrario alla sospensione delle partite e alla chiusura degli stadi per cori o gesti di pochi.
E ha auspicato un ritorno delle trasferte collettive: "Faremo il possibile perché il calcio sia degli italiani perbene. Dobbiamo ritornare alle trasferte collettive, sono più controllabili 1000 tifosi sul treno con carta identità, codice fiscale e carta di credito rispetto a 100 minivan incontrollabili in città".
Violenza ultrà, Salvini: "No a stop partite per cori razzisti: responsabilità è personale"
- Redazione