In Sardegna

Giovani in agricoltura, la Sardegna all'ottavo posto in Italia: eccelle Nuoro, male Cagliari

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CAGLIARI. Sfiora il 10% il peso delle aziende giovani in agricoltura in Sardegna. Sulle circa 34.000 imprese impiegate nel settore agricolo, quelle under 35 nell’isola sono oltre 3.200. Dati che pongono l’isola all’ottavo posto tra le 20 regioni italiane come peso dei giovani in agricoltura (6% per la Sardegna sul totale nazionale; contro il 12% della prima, la Sicilia; il 9,6% della seconda, la Puglia e a una posizione sotto dalla Lombardia che tocca il 6,4%. Ma Sardegna anche ben oltre le regioni con meno giovani: la Liguria quartultima con l’1,8%; il Molise con l’1% è l’ultima, la Valle d’Aosta con lo 0,3%).
È quanto emerge da una analisi Coldiretti sui nuovi dati del centro Studi Divulga diffusa in occasione dei premi all’innovazione Oscar Green, al Villaggio di Udine, alla presenza, tra gli altri di Vincenzo Gesmundo, Segretario Generale Coldiretti, Ettore Prandini, Presidente Coldiretti, ed Enrico Parisi, Delegato Nazionale Coldiretti Giovani.

Il dato che balza alle cronache nazionali è il settimo posto in Italia della provincia di Nuoro per numero delle aziende giovani rispetto al totale (1.153 aziende agricole under 35) ma seconda se si tiene conto del peso percentuale delle aziende giovanili sul totale di quelle presenti nella provincia (il 13% totale, contro la prima in classifica, Sondrio, con il 13,5%). Un risultato di grande attenzione che viene comunque attenuato su base regionale dalle altre province. Per quanto riguarda, appunto, gli altri territori dell’isola dopo Nuoro si piazza la provincia di Sassari con 947 imprese under 35, poi sud Sardegna 658, Oristano 348 e Cagliari 88.

“In Sardegna, le aziende agricole giovanili rappresentano una risorsa preziosa e dimostrano che i giovani, se supportati, possono ancora scegliere la terra come progetto di vita. In alcune zone come la provincia di Nuoro, il peso percentuale delle imprese under 35 è tra i più alti d’Italia, segnale che esiste una generazione pronta a restare e investire nel proprio territorio - sottolinea Coldiretti Sardegna - Ma nonostante questi segnali positivi, il sistema continua a essere rallentato da norme complicate, ritardi negli aiuti e infrastrutture carenti, soprattutto nelle aree interne. Lo spopolamento, la burocrazia e la mancanza di servizi essenziali sono ostacoli quotidiani per chi vuole fare impresa agricola. Eppure i giovani resistono, portano innovazione e raccontano una nuova visione dell’agricoltura, anche a livello nazionale”, conclude Coldiretti. Per Laura Cocco, Delegata Giovani Impresa Coldiretti Sardegna: “Noi giovani ci siamo e ci crediamo. In Sardegna dimostriamo ogni giorno che è possibile restare nelle campagne e costruire qui il nostro futuro. Le difficoltà non mancano, ma non ci siamo mai tirati indietro - sottolinea - Chiediamo alla politica solo una cosa: metterci nelle condizioni di lavorare. Servono infrastrutture, meno burocrazia, aiuti rapidi e strumenti concreti. Non vogliamo privilegi, ma opportunità. Perché se oggi tanti giovani resistono, è grazie alla passione e alla voglia di fare. Ora tocca alle istituzioni fare la loro parte".

 A confermare l'ottima performance delle aziende giovani della Sardegna, arriva la notizia della vittoria della Società Agricola 'Pi'n'Pi' di Olmedo (SS), simbolo di economia circolare. Vittoria per Oscar Pilo e Andrea Piras nella loro categoria anche nella ribalta nazionale. Con la loro azienda raccolgono i fondi di caffè dai bar del territorio e li utilizzano come substrato per la coltivazione di funghi, senza l’uso di pesticidi, plastiche o altre aggiunte. Ciò permette di garantire un prodotto che vanta un gusto e una quantità di proteine di gran lunga superiori rispetto al normale. Una volta usato, il substrato di caffè viene dato in pasto a una particolare specie di lombrichi.

 Sempre lo studio evidenzia come su base nazionale, invece, sono circa 50mila i giovani agricoltori al lavoro nelle campagne italiane, nel segno della sostenibilità e della creatività, un serbatoio di “cervelli” determinante per il futuro dell’agricoltura italiane e del Paese. Imprese che affrontano il peso eccessivo della burocrazia e l’aumento dei costi degli ultimi anni, dimostrando però che i giovani agricoltori italiani rimangono i più resilienti nel panorama complessivo dell’imprenditoria giovanile. In valore assoluto le regioni con il maggior numero di imprese agricole giovanili sono la Sicilia (6100 aziende), la Puglia (5000 aziende) e la Campania (4800 aziende), secondo il Centro Studi Divulga. L’indirizzo produttivo più gettonato tra i giovani agricoltori risulta quello legato ai cereali (grano, mais, legumi da granella, ecc.) scelto dal 16% delle imprese, che precede ortaggi (13), allevamento (11), vino (11%) e olio (9%). Ma a distinguere le imprese under 35 è soprattutto la propensione a sfruttare le tante opportunità dalla multifunzionalità, introdotta nel 2001 dalla cosiddetta Legge di Orientamento, fortemente sostenuta dalla Coldiretti. Si va dalla trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili. Una rivoluzione che ha trainato anche la profonda mutazione della considerazione sociale del mestiere dell’agricoltore, come dimostra il fatto che quasi tre italiani su quattro (74%) che si dichiarano felici se i propri figli o nipoti lavorassero in campagna, secondo una recente indagine Censis.

Non a caso – sottolinea Coldiretti – secondo l’ultimo rapporto della Rete Rurale nazionale la produttività media per superficie delle imprese giovanili italiane è pari a 4500 euro per ettaro, doppia rispetto a quella europea e francese, ma è superiore anche a quella della Germania e soprattutto della Spagna, grazie alla maggiore specializzazione in coltivazioni ad elevato valore aggiunto.