CAGLIARI. I consumatori sardi cui Enel Energia aveva modificato unilateralmente le condizioni economiche dei contratti, applicando pesanti rincari delle tariffe non adeguatamente comunicati, saranno indennizzati dall’azienda, che tuttavia non subirà alcuna sanzione per la pratica scorretta realizzata a danno degli utenti. Lo afferma Adiconsum Sardegna, associazione dal cui esposto è nata l’istruttoria avviata dall’Antitrust e ora conclusasi con l’accoglimento da parte dell’Autorità degli impegni assunti da Enel, primo fra tutti quello al ristoro dei consumatori coinvolti nel caso.
“A seguito della nostra denuncia l’Antitrust aveva avviato una indagine sulle modalità adoperate per comunicare all'utenza il rinnovo delle condizioni economiche di fornitura in scadenza, con decorrenza 1° giugno 2023 – ricorda il presidente Giorgio Vargiu – Comunicazioni che in moltissimi casi non sono state recapitate ai clienti Enel, impedendo loro di esercitare il diritto di recesso e costringendoli così a subire consistenti rincari in bolletta. Consumatori che ora riceveranno un rimborso estremamente esiguo rispetto alle maggiori somme pagate”.
“Una vera e propria beffa se si considera non solo il danno economico subito dai cittadini a causa dei rincari tariffari, ma anche l’assenza di una sanzione da parte dell’Antitrust per la pratica scorretta realizzata da Enel – denuncia Vargiu – la mancanza di una multa che punisca severamente simili illeciti, fa venire meno l’effetto deterrente e le aziende saranno incentivate a continuare a mettere indebitamente le mani nelle tasche dei consumatori”.
“Ma le sole sanzioni, ancorché indispensabili, non possono bastare per arginare il diffuso fenomeno delle Pratiche Commerciali Scorrette, la sola Antitrust ne commina ogni anno oltre 100 milioni. Serve imporre alle aziende l’automatico rimborso di tutte le somme indebitamente prelevate oltre al risarcimento del danno causato ai malcapitati consumatori vittime dei comportamenti illeciti, serve nel contempo una maggiore attenzione da parte delle Procure per valutare la sussistenza di reati a danno degli utenti, ad oggi non risulta che qualche soggetto sia stato condannato per aver realizzato PCS, ma non risulta nemmeno che siano stati realizzati processi o che ve ne siano in corso, così come non risulta che qualcuno sia stato rinviato a giudizio o che siano state avviate indagini penali, a parte il clamore sul caso Ferragni. Queste sarebbero armi davvero efficaci per porre fine al fenomeno delle pratiche commerciali scorrette che non colpisce solo i consumatori ma anche le aziende oneste che subiscono una concorrenza sleale da parte di operatori disonesti.” – conclude Giorgio Vargiu.