In Sardegna

Nel carcere di Uta a rischio il servizio sanitario, Lapd: "Regione chiarisca"

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UTA. "La Regione chiarisca la situazione del servizio sanitario all’interno della Casa circondariale di Cagliari-Uta". Lo chiede un’interrogazione rivolta al presidente della Regione Christian Solinas e all’assessore della Sanità Mario Nieddu dal gruppo Liberi e Uguali Sardigna - Articolo 1 – Demos – Possibile, prima firmataria la consigliera regionale Laura Caddeo.

"I servizi di assistenza e cura sanitaria all’interno delle carceri sarde sono assegnati al Servizio sanitario regionale", si legge nel documento sottoscritto anche dai consiglieri Eugenio Lai, Daniele Cocco e Maria Laura Orrù. "La casa circondariale di Utas ospita 600 detenuti e circa 350 tra agenti di polizia penitenziaria, amministrativi e educatori. A fronte di questo gran numero di persone presenti nella struttura, il servizio sanitario del carcere, soprattutto per quello che riguarda gli interventi salvavita, risulta sottodimensionato. Infatti, sono in servizio 12 medici di medicina di base che svolgono l’attività con un orario proporzionale all’attività svolta all’esterno e 15 medici di medicina d’urgenza che fanno capo all’Areus (Azienda regionale dell’emergenza urgenza ) e operano fuori dall’orario di servizio per 10 ore, alternandosi nell’arco delle 24 ore".

"Giungono segnalazioni – osservano Laura Caddeo e gli altri consiglieri del gruppo LADP – di una possibile riduzione o addirittura soppressione del servizio dei medici e operatori del 118, garantito finora per l’intera giornata: una circostanza che metterebbe a rischio la salute e la sicurezza delle persone private della libertà e degli operatori penitenziari, in una struttura dove aumentano tentativi di suicidio e autolesionismo oltre che le patologie anche gravi, soprattutto psichiatriche. Tutto questo mentre la Giunta regionale non ha ancora recepito “Linee di indirizzo per la riduzione del rischio autolesivo e suicidario dei detenuti, degli internati e dei minorenni sottoposti a provvedimento penale”, approvate il 9 gennaio 2012 dalla Conferenza unificata Stato-regioni".

"Infine – conclude il comunicato – il carcere di Cagliari-Uta è privo di ambulanza fissa che permetterebbe di ridurre i tempi di intervento e di percorrenza dal carcere ai presidi ospedalieri di Cagliari".