In Sardegna

Grimaldi: "Navi per la Sardegna, basta sperperi di soldi pubblici dati a compagnie in perdita"

Grimaldi

NAPOLI. Il collegamenti marittimi da e per la Sardegna non devono essere per forza sostenuti con soldi pubblici. E se ci sono le sovvenzioni i soldi non devono andare ai vettori ma agli utilizzatori finali. Questa la posizione espressa dal gruppo Grimaldi sull'house organo della compagnia, Grimaldi news, con una critica all'attuale sistema che governa la continuità per l'Isola. 

"Il gruppo Grimaldi ha lottato per anni contro l'insensata elargizione di denaro dei contribuenti a favore di vettori in perdita su rotte perfettamente operabili in assenza di contributi", è l'incipit dell'editoriale, che contiene un chiaro riferimento a Tirrenia e Moby.

"Mentre le sovvenzioni per servizi non sostenibili possono essere giustificate in alcuni casi per garantire connessioni marittime indispensabili", è la tesi, "su altre rotte i governi tendono a sperperare soldi sostenendo al tempo stesso operatori dalle prestazioni scadenti. Ciò accade da tempo sulle rotte tra l'Italia continentale e le sue isole maggiori, in particolare la Sardegna, per le quali per lungo tempo sono stati erogati sussidi per oltre 70 milioni l'anno".

Invece di limitarsi a lamentarsi, Grimaldi "ha deciso di avviare servizi commerciali – senza un centesimo di finanziamento dei contribuenti – in concorrenza con vettori sovvenzionati che percorrevano le rotte tra la Sardegna e il Continente e tra Ravenna, Brindisi e Catania. Con questa impresa siamo riusciti a conquistare rapidamente quote di mercato dei nostri concorrenti. Il mercato ha reagito positiva- mente a un servizio migliore basato su professionalità e qualità del tonnellaggio".

Il ministero ora "ha deciso di agire di conseguenza. È stato rielaborato il quadro dei sussidi per i servizi insulari e sono stati ridotti gli importi offerti, generando un risparmio annuo di 45 milioni per lo Stato. Oggi i ser- vizi Napoli-Palermo, Ravenna-Brindisi-Catania, Livorno-Cagliari e Genova-Olbia sono operati senza un centesimo di contributi statali. I sussidi sprecati per vettori in perdita sono ora disponibili per altre cause più meritevoli".

La compagnia napoletana non si dice contraria ai sussidi in linea di principio: "In passato abbiamo sostenuto iniziative come il programma Ecobonus, che ha sovvenzionato direttamente gli utenti del servizio – in questo caso gli autotrasportatori – piuttosto che i fornitori di servizi, i vettori. Tali schemi sono più trasparenti in quanto premiano i vettori più efficienti piuttosto che sostenere società che altrimenti fallirebbero. Se i governi nazionali sono determinati a continuare con schemi di sussidi diretti, così sia. Sarebbe comunque opportuno coinvolgere gli operatori marittimi nella redazione dei bandi pubblici, andando così incontro alle reali esigenze del mercato".