In Sardegna

I condannati delle discoteche sarde: "Noi chiusi, favore agli abusivi

 
 

 
 
CAGLIARI. Fino ai primi giorni di luglio i titolari delle discoteche si stavano organizzando per riaprire in sicurezza. I numeri dei contagi erano ancora bassi, la campagna vaccinale, come lo è ora, era in corso. Poi la progressione dei contagi e l’arrivo, sempre più imponente della variante Delta, ha fatto quasi spegnere le speranze. Ieri è arrivata la conferma dallo stesso premier Draghi: le discoteche rimarranno chiuse. Oggi, all’indomani dell’ultimo dpcm del Governo, i titolari si sentono penalizzati rispetto a tutti gli altri settori che con l’obbligatorietà del green pass o senza, sono riusciti a riprendere in mano il loro lavoro.
 
“Chi ha preso questa decisione non ha valutato gli effetti collaterali”, dice Simone Murgioni, rappresentante del Silb Confcommercio Sud Sardegna e titolare della storica discoteca “Lo Sciabecco” di Villasimius, “ad esempio l’abusivismo selvaggio, ormai si balla ovunque, tranne che in discoteca, senza il minimo controllo, senza standard di sicurezza che invece ci sarebbero da noi. E nelle piazze sta succedendo di tutto, anche a Cagliari”. Murgioni parla di “un’ennesima penalizzazione pesante per il settore, molti saranno costretti a chiudere, chi avrà la forza di reinventarsi come abbiamo fatto noi allo Sciabecco, potrà trasformarsi in un ristorante, ma altri andranno a proporre il loro format all’Estero”. Ma il pensiero del rappresentante di categoria è drastico. “Penso che questa sarà la fine di un settore”. Perché di fatto, oggi, i titolari delle discoteche, non hanno molte armi tra le mani, se non la richiesta di risarcimenti. “Non saranno mai congrui. Non si capisce quale sia la valutazione del rischio, quello che si corre nelle discoteche all’aperto, non si discosta da altre situazioni, è una disparità di trattamento che ci dispiace, queste scelte sanno quasi di punizione”.