In Sardegna

I precari della scuola scendono in piazza in Sardegna: "Graduatorie piene di errori"

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SASSARI. Anche in Sardegna inizia la protesta dei precari della scuola: il coordinamento sardo ha organizzato un sit-in davanti all’Usp di Sassari per denunciare irregolarità nel conferimento degli incarichi di supplenza. L'appuntamento è per venerdì 11 settembre alle 10. "È inaccettabile che vengano utilizzate le graduatorie provinciali (GPS) piene di errori - attacca il comitato precari scuola Sardegna - La graduatoria deve garantire che i contratti vengano assegnati ai candidati migliori e per questo non possiamo accettare che siano utilizzate prima che i punteggi di ogni singolo candidato siano stati verificati e corretti".

"Abbiamo rilevato centinaia di errori nel calcolo dei punteggi - denunciano i prof precari sardi - e sono in sospeso altrettante richieste di accesso agli atti che genereranno contenziosi. La conseguenza sarà che i ragazzi saranno costretti a cambiare supplente quando durante l’anno i punteggi verranno verificati e le cattedre riassegnate. Non è concepibile che dopo un anno scolastico concluso con la didattica a distanza, e lacune da colmare nei saperi minimi, non si garantisca la stabilità didattica agli studenti per l’anno scolastico 2020/2021 che sarà delicatissimo".

Il coordinamento lancia l'appello anche a genitori e ragazzi per partecipare al sit-in di protesta. "Ciò che chiediamo - spiegano - è che le nuove graduatorie siano rese provvisorie e corrette prima di essere utilizzate. Al momento invece la verifica dei titoli è prevista solo dopo la firma del contratto di supplenza ad opera della scuola che fruirà del servizio del docente. Ma c’è anche chi è stato escluso o ha visto il proprio punteggio drasticamente diminuito a causa di errori del sistema informatico del Ministero che si è dimostrato totalmente inaffidabile. Ai colleghi che quest’anno perderanno il loro lavoro, seppur precario, per colpa del sistema informatico non rimane altro che il ricorso al Tar. Considerando i tempi lunghi per smaltire le decine di migliaia di ricorsi che sono stati già depositati ci chiediamo quando potremo avere giustizia e anche come dovremo campare le nostre famiglie nel frattempo".