In Sardegna

Truzzu: "Dal governo giochi di prestigio: soldi già nostri, serve reddito di quarantena"

TRuzzu-Conte

 

 

CAGLIARI. Soldi dal governo ai Comuni per affrontare la crisi? Per il sindaco Paolo Truzzu è solo "un gioco di prestigio". Perché Roma starebbe erogando "soldi che erano già nostri, che nel 2019 erano stati erogati addirittura il 20 marzo". Altro che soccorso, per il primo cittadino cagliaritano, che lancia l'allarme: "Con poche risorse non potremo assolutamente farci carico della disperazione dei nostri concittadini”. 

“Mi appello a tutti i colleghi e insieme facciamo sentire forte la nostra voce", prosegue, "Sino a oggi nessuno ha fatto polemica, per senso delle istituzioni e perché il momento richiede unità. Ma non è possibile accettare che il cerino sia lasciato in mano a chi è da sempre a contatto diretto con i cittadini. Parliamo di giochi di prestigio. Il Governo  sta anticipando soldi già nostri, che nel 2019 erano stati erogati addirittura il 20 marzo”.

 

 

E arriva la spiegazione tecnica: “I 4 miliardi di euro sono già risorse dei Comuni e vengono utilizzati per tante altre attività. Quello previsto adesso è acqua fresca: appena 400 milioni che fungeranno da tampone per 10 giorni. E se penso a famiglie composte da quattro persone, i calcoli sono presto fatti: soldi che durano niente”.

Truzzu aggiunge che "noi avevamo già messo in piedi una serie di interventi a favore dei più fragili. Aggiungeremo risorse dell’amministrazione a queste del Governo, per fare in modo che nessuno sia lasciato solo. Ma sembra che qualcuno voglia farsi bello sulla schiena dei sindaci. Ribadisco: serve subito un reddito da quarantena per tutti coloro che improvvisamente non hanno più la possibilità acquistare il mangiare grazie al proprio lavoro, come sempre è successo nella loro vita”. 

 

Sulla stessa linea anche il sindaco di Selargius Gigi Concu: "Non abbiamo bisogno dell’ennesima ospitata del nostro presidente del Governo che ha scelto di andare in tv, in prima serata, per prendere in giro noi sindaci e tutti gli italiani. Lo abbiamo visto e sentito tutti, ieri, parlare di cifre importanti: 4,3 miliardi tirati fuori per fronteggiare l’emergenza. Ma quei soldi", aggiunge Concu, "non sono una misura straordinaria, non sono fondi speciali che il nostro Stato ha messo a disposizione di noi sindaci. Sono soldi nostri. Soldi che ogni anno i nostri concittadini gli versano attraverso le tasse e che sempre ogni anno ci vengono restituiti. Soldi già inseriti in Bilancio, ed erogati ai Servizi sociali per le estreme povertà, contributi alle famiglia e via dicendo. E questo è sempre successo, anche prima del Coronavirus".

 E i 400 milioni per i buoni spesa? "Pochi euro a persona. Ovviamente una tantum. Perché forse Conte non sa che la gente ha bisogno di mangiare ogni giorno e di comprare la bombola, di acquistare il latte per i figli, i panni, il pane e via dicendo. Tutte cose che non sono una tantum".