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A Cagliari 13mila evasori della Tari: task force per incassare gli arretrati

 

 

CAGLIARI. Tredicimila cagliaritani che per anni non hanno pagato la tassa e hanno chiesto di regolarizzarsi. Pratiche istruite per solo 4200 di loro. E i furbetti da stanare sono ancora tanti. Troppo, e tutto insieme, il lavoro dell'ufficio Tributi del Comune di Cagliari legato alla riscossione della Tari. Sull'immondizia, per anni, in troppi hanno fatto in modo che pochi pagassero per tutti.

Ora che la raccolta differenziata porta a porta lascia pochi spiragli all'evasione arriva la proposta della commissione Tributi del consiglio comunale: l'istituzione di una task force per lo smaltimento delle pratiche, in un solo anno, e il recupero dei crediti, con il reclutamento di nuovo personale: ora gli addetti al settore sono solo otto, che non lavorano a tempo pieno sulle pratiche. In più si propone una campagna informativa, porta a porta come la raccolta, che invita chi non l'ha fatto a mettersi in regola. La mozione è stata votata all'unanimità dall'organo consiliare presieduto da Raffaele Onnis. Manca solo il voto dell'aula di palazzo Bacaredda. Ma il via libera è scontato. Ci sarà poi da costituire il team. E le spese non sono un problema, perché gli stipendi degli operatori coinvolti verranno pagati dai maggiori introiti derivanti dai nuovi pagamenti della tassa sui rifiuti.

I conti sono stati fatti da Francesca Brundu, dirigente del servizio Tributi del Comune, durante la sua audizione nella commissione presieduta da Riformatore Onnis: a fronte di nemmeno 4200 pratiche già avviate – su tredicimila richieste di regolarizzazione – nelle casse comunali sono entrati 7,5 milioni di euro legati agli accertamenti sugli anni pregressi e 2,2 milioni per l'entrata a regime tributario dei contribuenti. Dieci milioni in più rispetto agli anni scorsi. E il lavoro degli uffici è solo all'inizio. Quando finirà, forse, si realizzerà una promessa: i cagliaritani non saranno più al vertice della classifica per la Tari più alta d'Italia. Grazie al sistema “pagare tutti per pagare meno”.