Culture

"Cronache di una pandemia", il confinamento raccontato da una giornalista cagliaritana

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CAGLIARI. Arriva in libreria “Cronache di una pandemia – cinquantacinque giorni vissuti in confinamento”, diario dei due mesi di emergenza firmato per Domus de Janas dalla giornalista Francesca Mulas. 

Martedì 10 marzo 2020 l’Italia si è fermata: chiuse scuole e università, sospesi concorsi pubblici, riunioni, eventi culturali e sportivi, manifestazioni pubbliche, stop agli spostamenti se non per motivi urgenti e necessari, chiusi negozi e attività produttive. L’emergenza coronavirus ha imposto misure drastiche in tutto il paese, poi adottate ovunque, per cercare di arginare il pericoloso e drammatico virus che ha causato fino a oggi nove milioni di contagi e oltre quattrocentomila vittime nel mondo.

Il primo giorno di confinamento Francesca Mulas, giornalista cagliaritana di 43 anni, ha scritto su Facebook la prima pagina di un diario quotidiano con fatti e notizie, numeri e dettagli sull’emergenza, impressioni, piccole storie di resistenza e solidarietà.

Il diario è stato pubblicato ogni mattina per i cinquantacinque giorni del lockdown, dal 10 marzo al 3 maggio: un appuntamento seguito e apprezzato da molti che hanno trovato in queste righe informazioni e piccoli spunti di riflessione sulla solitudine, il tempo, la capacità di adattamento a una situazione tanto estrema quanto imprevedibile. Nel diario di Francesca Mulas, raccolto in un libro per Domus de janas editore, ci sono i tweet di Donald Trump contro le restrizioni, c’è lo studente egiziano Patrick Zaky isolato in carcere, il dramma dei migranti lasciati in mare dall’Italia che si è dichiarata “porto non sicuro”, c’è il premier inglese Boris Jonhson contagiato dal virus e ricoverato in gravi condizioni, c’è l'immagine del Papa che prega, solo, in piazza San Pietro o il commovente discorso della Regina Elisabetta; ci sono le polemiche sulle mascherine e i tamponi, i drammatici contagi tra gli anziani e negli ospedali, i medici al lavoro senza protezioni, i primi studi scientifici su virus, terapie e vaccini. Insieme alle notizie di impatto mondiale compaiono anche le piccole curiose storie locali: il pastore ottantenne che va ogni giorno in campagna in sella alla sua asina munito di autocertificazione, il parrucchiere che spiega su Facebook alle signore anziane come acconciarsi i capelli a casa, il pasticcere che regala torte di compleanno ai bimbi in isolamento. Ci sono le feste in videoconferenza, le lezioni di ginnastica su zoom, le sessioni domestiche di pizze, focacce e seadas. Storie grandi e storie minori che hanno fatto di questi cinquantacinque giorni un momento unico e straordinario. E come scrive il giornalista Celestino Tabasso nella prefazione, “quando arrivi alla fine ti accorgi che in effetti la Fase 1 non l’hai vissuta contemporaneamente agli altri, ma insieme. Tutti insieme”.