Culture

A Cagliari "Pazza Idea", bellezza rivoluzionaria per raccontare il mondo

 

 

CAGLIARI. La bellezza nelle sue innumerevoli forme e sfumature: da quella letteraria, artistica e architettonica, a quella relazionale. Senza bellezza non può esserci rivoluzione, scriveva Albert Camus, così “Bellezza e rivoluzione” diventa il binomio col quale il festival Pazza Idea, dal 21 al 24 novembre al Ghetto degli Ebrei di Cagliari, cerca di esplorare e interpretare la contemporaneità.

“Ogni anno il nostro festival affronta una tematica, quest’anno ci sembrava urgente parlare di rivoluzione fatta con la bellezza”, spiega la direttrice artistica Mattea Lissia, “quindi affronteremo il tema in modo più ampio possibile intorno alla letteratura film musica, arte contemporanea e culture digitali, spazio al quale il nostro festival ha dato sempre grande importanza”. Attesi due grandi ospiti musicali: Frankie Hi-Nrg mc che parlerà per la prima volta in Sardegna del suo ultimo libro “Il rap e tutto il resto” nel quale racconta con una vera e propria performance i suoi 25 anni di rap. E Bobo Rondelli, cantautore e poeta che esporrà con “Cos’hai da guardare” il suo percorso e tormento, la sua rivoluzione interiore.

Temi importanti, profondi, nel segno dell’attualità, elemento che contraddistingue le scelte artistiche e letterarie del festival Pazza Idea. Da sempre, infatti, il festival sceglie con grande attenzione intervistatori, esperti e giornalisti che conducono gli incontri: Maddalena Brunetti, Stefano Salis, Vins Gallico, Marcello Cocco, Yari Selvetella, Renato Chiocca, Giuseppe Meloni, Giacomo Serreli, Michela Calledda.

La manifestazione, inoltre, rinnova la collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari: gli studenti che frequentano il Laboratorio di Social Media Management del corso di laurea magistrale di Scienze della produzione multimediale costituiranno un vero e proprio “social media team” dedicato al festival.

Il vasto e fitto mosaico di Pazza Idea si sviluppa a partire da giovedì 21 novembre alle 17,30, con una doppia inaugurazione: la mostra di fotografie rivoluzionarie di Tina Modotti e “Temperature” con le vignette di Fabio Magnasciutti. A seguire, le storie d’infanzia, la loro bellezza, nella narrazione di Giuseppe Lupo e Alice Cappagli. Voci nuove per costruire un nuovo “lessico familiare”: il primo con il racconto di storie piccole e grandi che ruotano intorno all’idea bella e terribile di famiglia, la seconda con il suo romanzo d’esordio - che è già un caso letterario - su nuovi incontri inaspettati che nella quotidianità possono cambiare la vita, soprattutto se di mezzo ci sono i libri.

Quest’anno la poesia, vero nume tutelare del festival nelle sue diverse edizioni, non avrà un solo “luogo” speciale durante la kermesse, ma sarà protagonista della matinée domenicale poetica curata e condotta dal giornalista e scrittore Yari Selvetella. “Sarà domenica 24 con tanti bravi attori sardi e tanti musicisti”, sottolinea Lissia “è un reading che si farà in tutto il percorso del Ghetto e che omaggerà 15 poeti e poetesse che omaggeremo e con una chiusura sull’Infinito Leopardi del quale quest’anno si festeggiano i 200 anni”.

Da non sottovalutare anche il coraggio rivoluzionario, come quello di Francesca Mannocchi e Pinar Selek. La prima, reporter e giornalista, si occupa di migrazioni e conflitti, ha realizzato reportage in Siria, Iraq, Palestina, Libia, Libano, Egitto e Turchia. Una storia commovente e perturbante quella messa nero su bianco nel suo ultimo romanzo, ispirato a uno dei suoi reportage di guerra, che sarà raccontata dall’autrice stessa durante questo imperdibile incontro. La seconda, attivista, sociologa e scrittrice turca costretta all’esilio dal 2009, condurrà un incontro emozionante in cui  racconterà la continua ricerca dell’equilibrio tra le tensioni tra la nostalgia per il passato e l’attrazione per l’altrove.