Culture

Al museo Sa Corona Arrubia per scoprire il Giappone: cerimonia del tè per i visitatori

 
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LUNAMATRONA. Le influenze della cultura giapponese approdano in Marmilla. Domenica 2 giugno a partire dalle ore 11, al Museo Sa Corona Arrùbia, Haruki Yamada, studente di Numazu, città delle Prefettura di Shizuoka, accompagnerà i visitatori alla scoperta dei riti dedicati alla cerimonia del tè.
 
L'iniziativa, organizzata dal Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia, fa parte del ricco programma di eventi allestiti ad hoc per raccontare la grande tradizione culturale e le curiosità del Paese del Sol Levante che ha preso il via lo scorso 26 gennaio con l'inaugurazione della mostra “La via del Samurai, Bushidō”, visitabile fino al 21 luglio nell'omonimo Museo.
 
Attraverso le suggestioni della cerimonia del tè il Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia riallaccia i fili e costruisce ponti tra culture diverse. Non è un caso, infatti, che Haruki Yamada faccia parte dell'AFS Intercultural Programs onlus che promuove l'educazione interculturale nel mondo. Ospite di una famiglia di San Sperate, ha pensato di restituire l'accoglienza ricevuta nell'Isola proponendo quella che, in Giappone, è considerata una vera e propria arte, estremamente raffinata, chiamata cha no yu (l’acqua calda del tè).
 
Tutto ha inizio nella dimora del Tè (chashitsu), trasformata in un microcosmo sacro dove si trovano un’ikebana (composizione floreale), un’antica ceramica e una calligrafia, scelte accuratamente dal maestro per evocare uno stato d’animo o un ricordo. L’ospitante estrae da una stoffa pregiata il vasetto (chaire) con la polvere di tè maccha, con un mestolo di bambù (hishaku), versa l’acqua bollente in una tazza e con il chasen (frullino) la mescola, fino a creare sulla superficie una spuma leggera. La ciotola, poi, viene condivisa con gli invitati, affinché ognuno possa partecipare alla intima comunione spirituale.
 
La gestualità lenta e precisa, la quiete e la penombra creano, quindi, una dimensione sospesa dove le preoccupazioni e le ansie sono lasciate fuori. E così, l'arte del cha no yu (l'acqua calda del tè) diventa un culto prezioso, celebrato ancora oggi dai giapponesi seguendo un rituale che racconta una storia ricca di antiche tradizioni.