Culture

"Mammai Manna" sbarca in Russia, il teatro di Medas all'Alexandrinsky

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CAGLIARI Con la pièce teatrale “Mammai Manna ”, Gianluca Medas e i Figli d’Arte Medas portano la Sardegna in Russia. Dopo la Tunisia, il nuovo spettacolo di danza e cinema scritto e diretto dall’attore, regista e autore Gianluca Medas salirà sul palco del più antico teatro nazionale russo, il teatro Alexandrinsky, sabato 27 aprile alle 20. L’evento è organizzato dall’associazione Figli d’Arte Medas in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo, il teatro Alexandrinsky e l’associazione del balletto sardo Asmed.
 
“Mammai Manna” è tratto dall'omonimo romanzo di Gianluca Medas, l’ultimo (Cuec editore, 247 pagine) dell’infaticabile artista cagliaritano. La pièce teatrale di 45 minuti si affida al sogno per narrare la storia della Sardegna, ma anche la nascita del mondo. Lo spettacolo sviluppa la sua trama tra danze, musiche e video. Un ibrido tra cinema e teatro, che, con una serie di simbolismi, fa incontrare e scontrare uomo e donna, va alla ricerca dei miti primordiali, che accomunano, poi, tutte le culture del mondo. Nella narrazione si usano vari elementi della cultura sarda: i tenores, le janas, i pastori e i contadini. La ricca e antica tradizione agricola e pastorale sarda in questo senso si avvicina molto alla Russia, specialmente quella narrata da uno dei suoi più grandi scrittori, Lev Tolstoy. E la terra, richiamata dalle danze di “Mammai Manna”, dal video, dalle musiche e dai gesti, si fa filo conduttore per unire culture lontane.
 
Diretti da Gianluca Medas, con l’aiuto alla regia di Noemi Medas, i protagonisti sul palco sono quattro. Danzano i ballerini Cristina Locci -che è anche coreografa-, Andrea Di Matteo, Luca Massidda e Rosanna Luisetti. Sullo sfondo c’è un video in bianco e nero, che accompagna la narrazione simbolica. L’arte si fa padrona della scena con dei veli bianchi a ricoprire lo schermo: rappresentano la luce, parte fondamentale di questo sogno creatore. La sceneggiatura è arricchita da un grappolo di campanacci, ma anche dalle opere d’arte di due artiste sarde. Rosanna Ferrau, di Villacidro, ha realizzato una luna rivestita di lana sarda e circondata da una serie di cerchi in led. Veronica Usula, sempre di Villacidro, ha creato, invece, un arazzo fatto di lana sarda e nastro magnetico, che dà il senso dell’importanza della memoria, delle proprie radici. I costumi di scena dei danzatori-interpreti sono ideati da Emilio Ortu Lieto e realizzati dalle sarte Cinzia Moro e Ilenia Sara Perra. Le musiche, intense e quasi parlanti, sono di Francesco Medas. Le luci sono curate da Andrea Piras. Il video che scorre sul palco è di Maurizio Abis.
 
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Oltre che attraverso lo spettacolo, la Sardegna sarà protagonista in “La danza delle mani”, conversazioni e immagini sulla Sardegna, che si terrà subito dopo lo spettacolo. Gianluca Medas spiegherà al pubblico la figura dei Mamuthones, mentre le due artiste -Rosanna Ferrau e Veronica Usula- racconteranno la loro esperienza creativa. La Sardegna verrà presentata sotto varie sfaccettature, la più antica e la più moderna, per dimostrare come, in quest’isola di simboli, coesistono in uno stesso immaginario memoria, tradizione e innovazione.
 
L’interscambio culturale tra Sardegna e Russia è stato possibile grazie al progetto “Gurdones de Sonazos”, che intende esportare la cultura sarda all’estero. Il progetto si avvale degli aiuti economici del bando regionale dell’Assessorato alla Pubblica Istruzione IdentityLab, finalizzato a fornire sostegno finanziario alle micro, piccole e medie imprese operanti nel settore culturale e creativo per promuovere il loro inserimento nei mercati internazionali interessati alla lingua e alla cultura della Sardegna. Un’internazionalizzazione che è resa possibile anche da uno spettacolo suggestivo ed evocativo, che non ha bisogno di dialoghi per tradursi in emozione e bellezza. Lo spettacolo è, infatti, muto parlano i corpi dei danzatori e le immagini del video che scorrono. Fondamentale la collaborazione dell’Istituto Italiano di Cultura - Ministero degli esteri - di San Pietroburgo, diretto da Paola Cioni, che ha gestito i contatti tra Sardegna e Russia e si è occupato della promozione dell’evento.
 
<La storia che “Mammai Manna” porta sul palco dimostra che c’è una radice unica che supera qualsiasi barriera. Come abbiamo visto in Tunisia, il pubblico si commuove nel trovare i miti primordiali, che rendono tutto inclusivo. Lo spettacolo, così, si offre come strumento di unione del Mediterraneo e non solo-, spiega Gianluca Medas, -Si tratta, inoltre, di una narrazione simbolica: lasciamo che ognuno tragga la propria personale emozione. É un nuovo modo di raccontare la Sardegna, che apre anche nuovi canali di marketing territoriale. La scelta della Russia è quasi obbligata: i russi e i sardi condividono lo stesso amore per la terra>.
 
Gianluca Medas è attore, regista, autore di programmi TV e radiofonici, scrittore. Nel 1985 ha fondato “Figli d’Arte Medas”, un’associazione che tramanda la tradizione del teatro popolare sardo e realizza nuovi progetti dedicati alla cultura popolare. Numerose le iniziative portate avanti dall’Associazione, tra cui Festival della Storia e progetti legati ad artigiani e alimentazione.
 
L’Asmed è l’associazione sarda del balletto in Sardegna. Operante nell’isola dal 1979 nel settore dello spettacolo, si occupa di formazione professionale e aggiornamento per danzatori, insegnanti di danza e coreografi. Con festival e rassegne, si impegna anche nella creazione di un pubblico più attento e colto. Fa parte dell’Asmed la Compagnia Balletto di Sardegna.
 
L’Istituto Italiano di Cultura di San Pietroburgo è stato istituito nel 1999 come sezione dell’IIC di Mosca. Attivata poi nel 2003, ha sede nell’edificio consolare. L’IIC, organismo ufficiale dello Stato Italiano, si occupa di diffondere e promuovere la cultura e la lingua italiana in Russia, attraverso l’organizzazione di eventi culturali e corsi.
 
Il teatro Alexandrinski è il più vecchio teatro nazionale russo. È stato fondato grazie a un decreto del senato, firmato dall’imperatrice Elisabetta, nel 1756. La sua fondazione ha messo le fondamenta dell’arte teatrale in Russia.