Culture

Paulilatino, la grande prosa e danza al teatro Grazia Deledda 

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PAULILATINO.  Il fascino dei classici tra riletture di grandi capolavori della storia del teatro e della letteratura accanto a un omaggio ad Astor Piazzolla e a suggestivi rimandi alla decima musa per la Stagione 2018-2019 de La Grande Prosa e Danza al Teatro Grazia Deledda di Paulilatino – organizzata dal CeDAC nell'ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna con il patrocinio e il sostegno del Comune di Paulilatino.

Cinque titoli in cartellone – da gennaio ad aprile - tra viaggi nell'immaginario e ritratti d'artista, antiche tragedie e moderne commedie per indagare il nodo delle umane passioni, dall'amore (impossibile) all'odio (verso i nemici), tra giochi di potere e ragioni del cuore.

Sotto i riflettori artisti del calibro di Paolo Bonacelli e Edoardo Siravo, Arianna Scommegna (Premio Hystrio 2011 e Premio Ubu 2014) e Sandra Zoccolan, Gigio Alberti e Filippo Dini, oltre alla storica compagnia Teatro del Carretto per una Stagione che affronta temi cruciali tra pathos, ironia e poesia.

Il sipario si aprirà - giovedì 10 gennaio alle 21 – su “Ultimo Chisciotte” del Teatro del Carretto, liberamente tratto dal celebre romanzo di Miguel De Cervantes con adattamento e regia di Maria Grazia Cipriani: sotto i riflettori Matteo De Mojana, Stefano Scherini e Ian Gualdani per un viaggio tra le righe sulle tracce del celebre hidalgo che continua a «sognare il sogno impossibile» e a lottare contro i mulini a vento, senza mai smettere di «inseguire l’utopia, facendola giocare con la realtà». Lo stralunato eroe perdutamente innamorato dei libri oltre che della sua Dulcinea, emulo dei cavalieri del passato, incarna la fede in un ideale, immerso nelle sue fantasticherie e ignaro del ridicolo, dimentico della stanchezza, temerario e pronto « marciare all’inferno per una causa divina», sul confine tra vita e sogno, verità e follia.

Ritratto d'artista - venerdì 1 febbraio alle 21 – con “En tus ojos (Piazzolla Tango)”, creazione del coreografo Luciano Padovani per la Compagnia Naturalis Labor, ispirata alla figura e all'esistenza inquieta del grande compositore argentino, uno degli artefici del tango nuevo, fra tradizione e innovazione. Sulle note del popolare ballo nato per le vie di Buenos Aires, Stefano Babboni,Loredana De Brasi, Jessica D’Angelo, Silvio Grand, Roland Kapidani, Roberta Morselli, Elisa Mucchi e Mirko Paparussodanzano le segrete inquietudini, la poetica e le visioni di Astor Piazzolla. «La mia anima è una misteriosa orchestra» confessa il protagonista di questo avvincente racconto per quadri: «non so quali strumenti suoni e strida dentro di me: mi conosco come una sinfonia, sento il battito del cuore, il ritmo del tango».

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Il dramma dei vinti - domenica 10 febbraio alle 21 – in “Troiane” di Lucio Anneo Seneca, con traduzione e drammaturgia diFabrizio Sinisi e la regia di Alessandro Machìa: tra mito e storia Paolo Bonacelli e Edoardo Siravo, accanto a Gabriella Casali,Alessandra Fallucchi, Marcella Favilla, Silvia Siravo e Cecilia Zingaro interpretano gli ambigui eroi e le vittime di un'antica tragedia. Tra storia e mito, in messo alle rovine fumanti della città, «la rappresentazione del dolore» lascia il posto, nei dialoghi, a una riflessione sul «discorso del potere» e sulla forza delle parole, capaci di evocare e distruggere, consolare e ferire. Nello scontro dialettico l'arte della persuasione sconfigge l'evidenza, la retorica diventa non più strumento della logica analisi dei fatti, ma può distorcerli e piegarli - dalla parte dei vincitori fino a reinventare la realtà – al di là del bene e del male.

Il dilemma tra legge e pietas - martedì 26 febbraio alle 21 – nell'“Antigone” di Sofocle, con traduzione e adattamento di Maddalena Giovannelli, per la regia di Gigi Dall'Aglio: tutta la modernità di un'antica tragedia sul conflitto tra autorità e libertà individuale. Nel cast Aram Kian, Carla Manzon, Stefano Orlandi, Francesca Porrini, David Remondini, Arianna Scommegna e Sandra Zoccolan che prestano corpo e voce ai personaggi di una vicenda emblematica. La figlia di Edipo si ribella contro una norma che ritiene ingiusta, infrangendo il decreto del re Creonte per dar sepoltura al fratello Polinice, caduto durante l'assedio della città, mentre cercava di riconquistare il trono. La fanciulla non cerca di negare, anzi sfida l'autorità, rivendica il principio della sacralità del corpo e del rispetto dei defunti, a costo della sua stessa vita.

Chiuderà in bellezza la Stagione – lunedì 15 aprile alle 21 - “Regalo di Natale” dall'omonimo film di Pupi Avati, nell'adattamento teatrale di Sergio Pierattini, con Gigio Alberti, Filippo Dini, Giovanni Esposito, Valerio Santoro e Gennaro Di Biase per la regia di Marcello Cotugno: una partita a poker tra amici si trasforma in una amara resa dei conti, in cui affiorano antichi rancori, menzogne e tradimenti. Una vincita potrebbe segnare la svolta, perfino evitare un fallimento ma sul piatto oltre ai soldi c'è il bilancio di un'esistenza, le amarezze e le sconfitte, la fine delle illusioni e il trionfo dell'egoismo: la commedia racconta la decadenza della società, la fine di valori come la lealtà e l'amicizia. Una fotografia dell'Italia di oggi e di ieri tra egoismo e indifferenza, in un gioco di maschere in cui ciascuno recita una parte e diventa impossibile distinguere tra verità e finzione.