CAGLIARI. Ambientalisti, centrodestra e centrosinistra. Il fronte sembra essere compatto, in Sardegna, contro la progettata invasione di pale eoliche off shore davanti alle coste dell'Isola: da Budoni alla Maddalena, fino al Sulcis e all'Iglesiente. A est come a ovest, società sarde solo nei nominativi depositati nei registri camerali ma sorrette da capitali esigui versati oltremare, pronte a incassare milioni di incentivi, hanno depositato richieste di concessioni demaniali per centinaia di migliaia di metri quadrati di mare per piazzare pale galleggianti e cavi sottomarini. A centinaia. Per un sistema elettrico che con il vento della Sardegna alimenterà sistemi che stanno dall'altra parte del Tirreno.
Dopo un periodo di lungo torpore, mentre spuntavano progetti con torri alte fino a 200 metri visibili da terra anche se piazzate a 20 chilometri dalla costa, la politica sarda sembra essersi svegliata. La giunta non ha ancora preso posizione. Lo hanno fatto i vari gruppi politici.
Prima il centrosinistra, con una mozione unitaria che impegna il presidente Solinas e la Giunta regionale a “disporre tutte le azioni necessarie ed urgenti per sospendere l’edificazione dei parchi eolici marini di fronte alla Costa Smeralda, alla Gallura e alla Baronia, e a costituire dei tavoli tecnici indipendenti per una valutazione dell’impatto sull’ambiente dei territori interessati e dell’intera isola”.
Poi è arrivato anche il partito del governatore, il Psd'Az. In un documento che chiede a Solinas di attivarsi col governo, perché “si tratta di richieste di concessione di enormi tratti di mare per una durata di trenta o quarant’anni. Ciò che colpisce è che il numero tende ad aumentare”, si legge, “ognuna di queste società, la maggior parte delle quali ha sede a Milano (anche se ne risulta anche una svizzera) mira a sviluppare i propri affari, ma nessuno tiene conto degli interessi della Sardegna”.
Ultimo ma non ultimo, il Movimento 5 Stelle, che chiede di convocare una seduta di Consiglio regionale straordinaria e urgente per dare seguito alle mozioni presentate da maggioranza e opposizione al fine di impedire la realizzazione dei progetti già presentati alla Capitaneria di Porto”. Il consiglio, intanto, non si riunisce da mesi.