CAGLIARI. La regola è rigida: in ospedale non si entra finché non arriva il risultato del tampone. Nemmeno sei hai 93 anni e un femore fratturato, che a quell'età è pericoloso. Molto. E non accedi nemmeno se il risultato del test impiega 24 ore per arrivare. Un giorno intero prima di essere trasferita in reparto e curata.
Protagonista della vicenda al limite della sopportazione è un'anziana donna di Gonnosfanadiga. È stata trasportata al pronto soccorso del Santissima Trinità, a Cagliari, il primo agosto. Arrivo alle 11,57. I medici della struttura l'hanno immediatamente presa in carico e alle 12,09 è stata sottoposta a una radiografia toracica e al tampone. Nel pieno rispetto del protocollo. Sono iniziate le prime cure, in attesa dell'esito del test per rilevare l'eventuale contagio. Ma sono passati il pomeriggio e la sera. E anche la notte.
L'anziana ha trascorso il tempo su una branda, con tutte le attenzioni da parte di medici e infermieri, che l'hanno nutrita: il pronto soccorso, che dovrebbe affrontare le emergenze, ha avuto uno spazio trasformato in reparto di degenza, solo per lei. Hanno fatto tutto quello che dovevano, gli operatori sanitari, ma non potevano certo intervenire sulla frattura, che andava trattata in Ortopedia.
Il risultato è arrivato solo poco dopo mezzogiorno del 2 agosto. Dopo 24 ore. Allora si è sbloccata la situazione. Questo il tempo impiegato dal laboratorio analisi del Santissima Trinità per fornire il via libera: tampone negativo. E l'anziana è stata trasferita e presa in carico.