MILANO. "Quando dovrò scegliere dove andare in vacanza mi ricorderò di chi ci chiede una patente di immunità". Il destinatario del messaggio è chiaro: il presidente della Regione Christian Solinas. A mandarlo "da cittadino, prima che da sindaco di Milano", è Beppe Sala, durante il consueto videomessaggio ai suoi concittadini. Lui, il promotore della campagna "Milano non si ferma" lanciata a febbraio prima che il coronavirus facesse una strage in tutta la Lombardia. Il sindaco che, come tanti altri, non aveva capito niente di quello che stava succedendo e aveva messo l'economia meneghina davanti alla salute. Salvo poi contare contagi e vittime. A migliaia.
(La replica di Solinas non si è fatta attendere: qui il link)
Ora Sala inveisce perché c'è un territorio che è riuscito (quasi) a liberarsi dal virus e preferirebbe restare in questa condizione. "C'è qualche governatore, che non nomino", dice Sala, che cerca di avere un minimo di garanzia - anche se le modalità non sono proprio chiare - che il virus non rientri a causa del turismo, in Sardegna, dove ha smesso di circolare da tempo.
Non è una questione politica, ma di buonsenso. Chi ha privilegiato lo spritz forse dovrebbe farsi due domande, prima di sparare contro la Sardegna.
"Noi ci atterremo alle disposizioni del governo a partire dal 3 giugno, quando si conosceranno le modalità di circolazione tra le regioni", dice ancora Sala, "basta che ce lo facciano sapere per tempo".