CAGLIARI. Un dossier finito all'attenzione della Curia due anni fa lo accusava - anche attraverso documentazione fotografica che lui ha sempre bollato come falsa - di far parte di una loggia massonica: don Giancarlo Dessì, allora parroco di Mandas, finì nella bufera. Ma adesso quei veleni che hanno intossicato la Curia cagliaritana sembrano essere stati riassorbiti: l'arcivescovo Arrigo Miglio nell'ultimo recente giro di nomine ha riabilitato del tutto il prete assegnandogli la gestione della parrocchia di Senorbì. Quelle accuse quindi erano davvero infondate?
Di certo lo erano quelle nei confronti di don Luca Pretta: a suo carico la Procura di Cagliari aveva aperto un'inchiesta sulla base di accuse di pedofilia che gli erano state rivolte. Tutte false, niente di vero: don Pretta era innocente e l'inchiesta è stata archiviata ancor prima di arrivare a un processo. Ma intanto l'arcivescovo, in via cautelare, l'aveva rimosso dal suo incarico. Solo che l'archiviazione, con la riabilitazione dell'onore di don Pretta, è arrivata da due anni, durante i quali il prete è rimasto senza incarico, nonostante continue pressioni. Ora è arrivato: don Pretta è stato nominato "parroco della nuova parrocchia personale presso la chiesa di Santa Croce in Cagliari". Una posizione prevista dal diritto canonico che gli permetterà di assicurare il miglior servizio pastorale a tutti coloro che sono legati alla forma latina antica del "Rito Romano", da lui privilegiato. Seppelliti gli stiletti che hanno colpito la Diocesi di Cagliari? Forse, ma non è detto.