CAGLIARI. Oggi è il giorno del Sardegna Pride, la manifestazione dell'orgoglio omosessuale che sfilerà per le strade di Cagliari, da via Sant'Alenixedda (raduno intorno alle 16,30, con partenza alle 18) fino a piazza Yenne. Gli organizzatori hanno già annunciato: "Saremo 25 mila" (QUI LA NOTIZIA). Durante il passaggio del corteo è previsto il divieto di transito alle auto nelle strade interessate. Divieto di transito, inoltre, nelle vie Cao di San Marco, Sant'Alenixedda (da via Pintor a via Cao di San Marco), Don Macchioni (dall'intersezione tra ia Salvemini/via XXVIII febbraio a piazza Giovanni), piazza Giovanni (da via Don Macchioni a via Cao di S. Marco) nei tratti interessati dal passaggio del corteo dalle 17.30 alle 19. Divieto di transito anche per bus e taxi nelle vie San Benedetto, via Paoli, piazza Garibaldi, via Sonnino, via XX Settembre, largo Carlo Felice e via Mameli. Divieto di sosta dalle 11 alle 20 su entrambi i lati in via Sant'Alenixedda e via Salaris e dalle 13 alle 20 in via Dante (da piazza San Benedetto a via Salaris, nella semicarreggiata sinistra), largo Carlo Felice in entrambi i lati, da via Roma a piazza Yenne e parcheggi centrali in prossimità statua), e in piazza Yenne.
L'intervista a Giulia Curridori, una delle organizzatrici del Pride
L'appuntamento, a cui è invitata tutta la cittadinanza, è organizzato dal Coordinamento Sardegna Pride, che riunisce, sotto la guida di Arc onlus, le realtà che si occupano di diritti civili nell'Isola: Mos – Movimento omosessuale sardo, Famiglie Arcobaleno, Agedo, Unica Lgbt, Sardegna Queer, Gaynet, Cgil Ufficio nuovi diritti. Madrina della manifestazione sarà l'attrice siciliana Federica Cacciola che su web ha dato vita al fortunato personaggio di Martina Dell'Ombra, bella svampita che con i suoi video propone soluzioni strampalate e dissacranti per risolvere i problemi del paese.
Federica Cacciola, alias Martina Dell'Ombra
Hanno assicurato la loro presenza molti esponenti del Movimento 5 Stelle, nonostante gli strali degli alleati di governo della Lega contro i diritti degli omosessuali. Sarà in piazza, come ogni edizione cagliaritana, il sindaco Massimo Zedda, che ha detto: “In un momento storico in cui discriminazioni vecchie e nuove sembrano prendere il sopravvento, serve l'impegno di tutti in difesa dei diritti. Ogni diritto in più è una nuova conquista per tutti: abbiamo sempre lavorato in questa direzione e così andremo avanti, per fare in modo che Cagliari possa continuare a essere un esempio”.
Gli fa eco l'assessore regionale alla Cultura, Giuseppe Dessena: "La libertà di scelta è un valore fondamentale che va tutelato, è il bene più prezioso che l'uomo possiede. Ed è per questo che davanti alla recrudescenza della violenza e della intolleranza nelle sue forme più disparate, occorre ribadire i diritti fondamentali, anche attraverso manifestazioni collettive come il corteo Sardegna Pride. Che sarà una tappa fondamentale nel processo manifesto di affermazione del libero orientamento sessuale, ma più in generale a sostegno della libertà all'autodeterminazione”.
Spiegano gli organizzatori: "Questo grande corteo, che è sicuramente un colorato momento di festa, è in primo luogo un’occasione di rivendicazione politica – scrive il coordinamento Sardegna Pride. - Il documento politico, che contiene in maniera sintetica le istanze che chiediamo al governo e su cui invitiamo l'opinione pubblica a riflettere, è disponibile sul sito SardegnaPride.it. Da 49 anni infatti in tutto il mondo si celebra la prima ribellione contro la polizia avvenuta nello storico locale Stonewall Inn di New York. Al grido di 'Esistiamo, resistiamo!' il movimento Lgbt e queer della Sardegna intende rimarcare la propria esistenza, e il diritto a una libera affermazione della propria soggettività in tutti contesti, lavoro, famiglia, scuola e in tutti luoghi laddove esistano ostacoli alla propria autodeterminazione. Le tematiche di genere sono scomparse dall’agenda politica durante la passata campagna elettorale, ma mai avremmo pensato che nel governo cosiddetto del cambiamento il ministro della famiglia Lorenzo Fontana ci facesse persino tornare indietro, imponendo il modello (presunto) tradizionale di famiglia su tutte le altre forme di relazioni significative fra le persone. Scomparire completamente dal dibattito pubblico e ritornarci come persone oggetto di discriminazione e sberleffo, da parte di esponenti pubblici e politici, comporta sia la messa in discussione dei diritti, sia la creazione di un terreno fertile per razzismo, sessismo e omofobia”.