CAGLIARI. "Alla paziente non è stato somministrato alcun farmaco al quale era allergica: le sue condizioni cliniche erano particolarmente gravi già al momento delle dimissioni". La clinica San Salvatore di Cagliari risponde così ai dubbi sollevati da Arianna Ghiglieri, figlia di Maria Paola Murtas, 76 anni, morta nella struttura lo scorso 8 aprile, dopo il trasferimento dal Policlinico nel quale era ricoverata per una broncopolmonite. Sulla vicenda indagala Procura: il pm è in attesa dei risultati dell'autopsia. Intanto la figlia ha rivolto numerosi appelli: è convinta che alla madre attraverso una flebo sia stato somministrato un farmaco al quale era allergica e questo potrebbe essere legato al suo decesso.
La San Salvatore respinge ogni addebito. Questa la nota dell'ufficio stampa: "Alla luce della recente intervista trasmetta attraverso il vostro canale di informazione rispetto a quanto accaduto presso la Clinica San Salvatore di Cagliari, la struttura intende informare di aver svolto, già nell’immediatezza dei fatti, accurate indagini interne e conferma che alla paziente non è stato somministrato il farmaco cui era allergica. Tale farmaco non è in ogni caso presente nel prontuario della Clinica San Salvatore. Inoltre, a differenza di quanto comunicato dai parenti, le condizioni cliniche della Signora risultavano particolarmente gravi già al momento delle dimissioni dalla struttura ospedaliera presso cui era in cura e quindi sin dall’ingesso a San Salvatore. La Clinica sottolinea di aver ampiamente informato i parenti di tali condizioni cliniche al momento dell’ingresso della Paziente, condizioni di cui vi è ampia evidenzia nella documentazione sanitaria. La Clinica San Salvatore rimane a completa disposizione delle autorità che si stanno occupando del caso per fare chiarezza su quanto accaduto, fiduciosi che gli accertamenti disposti chiariranno l’assenza di responsabilità in capo alla struttura".