CAGLIARI. La consacrazione dell'eucarestia interamente in sardo durante la solenne messa in cattedrale a Cagliari durante Sa die de sa Sardigna? Forse: la Chiesa sarda è al lavoro. Nei prossimi giorni- a seguito della conferenza episcopale isolana, alla quale prenderà parte anche il numero tre del Vaticano, il pattadese monsignor Angelo Becciu - si saprà se anche il rigidissimo rito della comunione sabato 28 aprile verrà celebrato in limba, in occasione del settantesimo anniversario dello Statuto sardo.
Al centro delle dissertazioni liguistico-teologiche del gruppo di lavoro guidato da don Antonio Pinna (docente di sacra scrittura) c'è sempre il solito problema: quale sardo? Quale variante utilizzare, per evitare che dai banchi si alzi il solito "ortodosso" che dice "eh no, qui si doveva usare mandigare e non pappare". O viceversa. Il riferimento è alla eventuale traduzione di "prendetene e mangiatene tutti" riferito al corpo di Cristo. Poi resta da stabilire se l'intero rito debba essere celebrato in limba o se ci si debba limitare all'omelia e a qualche altro passaggio. La decisione nei prossimo giorni.