CAGLIARI. Buone le intenzioni, ma la riforma della legge elettorale sarda si affossa nelle sabbie mobili della conferenza dei capigruppo: “Non credo che qualcun altro voglia cimentarsi con questo tentativo di riforma che evidentemente non è più nella disponibilità del Consiglio”. Il presidente della massima assemblea sarda Gianfranco Ganau alza bandiera bianca davanti al dietro front da parte delle forze politiche presenti nell’Aula di via Roma sull’ipotesi di modifica del testo della legge elettorale: “Il consiglio regionale - spiega - ha perso un’ottima occasione per cambiare una pessima legge”.
Una retromarcia innescata dal Partito dei Sardi - sfilatosi dalla riunione con un chiaro segnale alla maggioranza - e proseguita con il passo di lato di Forza Italia che con Alessandra Zedda fa sapere: “Prendiamo atto che non ci sia più una maggioranza di centrosinistra” e ribadisce: “Da parte nostra c’era la volontà di ridiscutere la legge in termini di rappresentatività e voto congiunto, ma le priorità restano altre”.
Il PdS mette così una pietra tombale sulle possibilità di revisione anche minima delle regole del gioco in vista delle regionali 2019. Atteggiamento stigmatizzato dal capogruppo Pd Pietro Cocco: “Nelle precedenti riunioni di maggioranza il Partito dei Sardi non aveva fatto mancare il proprio apporto al dibattito, non conosco e non capisco le ragioni dietro la scelta presa oggi ma un dato è certo: senza il sostegno di tutta la maggioranza sarà impossibile correggere anche in minima parte l’impianto della norma”.