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CAGLIARI. “La prima cosa che provi è la vergogna. Ti senti stupida, ti senti inadatta e ti assalgono una serie di sensi di colpa paurosi, che difficilmente riesci a superare”. Sono le parole di Rossana Tescaroli, vicepresidente dell’associazione Acta e vittima di “truffa affettiva”, in occasione del convegno organizzato dalla Uilcom Sardegna. Si tratta di un fenomeno che si st diffondendo velocemente in tutta Italia. Il modus operandi è sempre lo stesso: i colpevoli si fingono amici, talvolta anche amanti, conquistando la fiducia delle vittime tramite i social, per poi estorcere denaro e sparire nel nulla. “Io ho cominciato una chat innocua, come una chat amichevole che alla fine è degenerata. Mi sono trovata dipendente, ti creano una dipendenza affettiva. La mia truffa è durata sei mesi, di cui l’ultimo mese è stata una lotta con questa dipendenza allucinante perché avevo compreso il fenomeno, ma non riuscivo assolutamente a staccarmi. La mia vita è stata rovinata, ho perso la famiglia e il marito”, spiega Tescaroli.
Si tratta, quindi, di un fenomeno attivo ormai da anni e che vede alla base organizzazioni criminali situate nell’Africa subsahariana, che colpiscono principalmente gli over 50 e più in generale persone che si sentono sole, in una situazione fragile. “Abbiamo avuto dei picchi tra il 2021 e il 2022, dopodiché è rimasto costante, con dei numeri non particolarmente allarmanti. Ma sappiamo benissimo che è solamente la punta di un iceberg. Sappiamo che tanti non vogliono e sono restii a denunciare”, spiega il dirigente del centro operativo per la sicurezza cibernetica “Sardegna” Francesco Greco.
L’obiettivo del convegno organizzato dalla Uilcom è quello di sensibilizzare la cittadinanza sul tema dei furti affettivi. “Noi spariamo che grazie alla divulgazione di giornali e televisioni su questa tematica sociale possiamo riuscire a ridurre anche di uno le vittime di questa truffa”, fa sapere il segretario generale di Uilcom Tonino Ortega.














