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CAGLIARI. "Il colle di Sant’Ignazio a Sant’Elia è salvo. L’area di 37 ettari inserita di recente nel bando della Difesa Servizi spa per la realizzazione di un mega impianto fotovoltaico, passerà di proprietà alla Regione, così come previsto nell’accordo di programma stipulato nel 2008 tra il ministero della Difesa, l’agenzia del Demanio e la regione Sardegna". Lo fanno sapere dalla Regione con una nota ufficiale.
L’Assessorato regionale dell’Urbanistica starebbe ora predisponendo gli atti necessari al frazionamento catastale delle aree. Un lavoro che sarà completato entro i prossimi sei mesi, al termine dei quali sarà possibile procedere con la trascrizione del bene a favore dell’amministrazione regionale.
“Il colle di Sant’Ignazio non sarà svenduto, né sacrificato a interessi esterni”, dichiara la presidente Alessandra Todde. “Per troppi anni - spiega - le amministrazioni regionali precedenti non hanno finalizzato il trasferimento di queste aree, nonostante l’accordo di programma firmato nel 2008 con il ministero della Difesa e l’agenzia del Demanio. Questo immobilismo ha aperto la strada a scelte calate dall’alto, come il bando pubblicato il 5 giugno scorso da Difesa Servizi spa Un progetto imposto senza alcun confronto con la Regione e con il comune di Cagliari, che avrebbe compromesso irrimediabilmente un’area di altissimo pregio ambientale e sociale. Noi abbiamo deciso di voltare pagina e di difendere il diritto dei sardi di decidere sul proprio territorio, avviando tutte le procedure per dare piena attuazione all’accordo del 2008”.
“Questo significa una cosa chiara - afferma Todde - il mega impianto fotovoltaico non si farà e il Colle di Sant’Ignazio sarà restituito ai sardi, come sancisce l’articolo 14 del nostro Statuto. Sarà tutelato e destinato a finalità di conservazione ambientale, sociale e culturale”.
“La transizione energetica - conclude la presidente - è una sfida che intendiamo vincere, ma non può avvenire sacrificando territori di pregio, né calpestando i diritti e la partecipazione delle comunità locali. Difendere la nostra terra è il primo passo per costruire un futuro sostenibile e giusto, nel rispetto dell’identità e dell’autonomia della Sardegna”.