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CAGLIARI. "Come associazione Sardegna-Palestina e Comitato sardo di solidarietà con la Palestina esprimiamo la nostra solidarietà al compagno Luca che si trova ora agli arresti domiciliari, accusato di aver esploso un petardo durante una manifestazione per la palestina e contro la presenza di navi militari, in concomitanza con l’esercitazione “Joint Stars” nel porto di Cagliari lo scorso 10 maggio".
Così si legge in una nota ufficiale delle due realtà vicine all'attivista, per ora riconosciuto solo come "Luca". Quest'ultimo avrebbe preso parte alla manifestazione di protesta di fronte alla nave Trieste (QUI LA CRONACA DI QUEL GIORNO). "Proprio quando “Israele” e i suoi alleati occidentali, Italia compresa, hanno iniziato una guerra contro l’Iran che rischia, con buona probabilità, di farci precipitare in un conflitto mondiale, la repressione colpisce chi lotta contro la guerra e contro il sistema di produzione delle armi", si legge ancora nella nota, "Libertà per Luca, per Tarek, per Anan Yaesh e per tutte le persone che lottano contro uno Stato che arresta chi accusa di aver tirato un petardo per proteggere chi tira le bombe".
In alcune altre pagine, diverse, vengono riportate le presunte parole del diretto interessato. Dapprima si riporta un estratto di quella che dovrebbe essere la notifica delle forze dell'ordine all'uomo: “I fatti sopra descritti possono essere considerati indici di un’indole incline alla prevaricazione e alla sopraffazione, specie nei confronti delle istituzioni militari, sintomatica di una personalità pericolosa e socialmente allarmante". Al che Luca, dopo aver riportato questo estratto, aggiunge:
"Con queste parole, tra le tante, nel pomeriggio di ieri 13 giugno, è stato disposto il mio arresto domiciliare in seguito ai fatti avvenuti il 10 maggio a Cagliari durante un corteo in solidarietà al popolo palestinese. In quell'occasione nel porto di Cagliari era presente la nave militare Trieste nella quale venivano eseguiti screening pediatrici gratuiti sponsorizzati dalla fabbrica di bombe Rwm, da Amazon, Terna e altre multinazionali.
Sono nato e cresciuto in una terra colonizzata e piegata agli interessi di uno Stato che ci usa come discarica, come laboratorio di guerra e come luna park per gli eserciti di mezzo mondo, come luogo in cui costruire super carceri anziché ospedali, un luogo buono per piantare pale eoliche e pannelli fotovoltaici, anziché permettere lo sviluppo di attività autoctone e sostenibili per l'ambiente. La miseria in cui ci hanno ridotto è la stessa che ci porta ad accettare tutto, a non lamentarci mai di nulla, a non lottare per modificare la nostra condizione subalterna, la stessa che porta tante persone a non capire le mie scelte, che sono poi quelle che mi hanno portato a questa condizione. Ma le condizioni sono buone o cattive in base a dove le si guarda, se per tanta gente la mia situazione è considerata una disgrazia, perché sono rinchiuso in casa, per un'abitante di Gaza non sono altro che un privilegiato che almeno una casa ce l'ha. Cosa c'è da aggiungere davanti alle immagini dello sterminio e dei bombardamenti, davanti alle più atroci azioni di prevaricazione e sopraffazione?Per me l'unico posto giusto è quello a fianco a chi prova ad opporsi. Sempri ainnantis".
La disposizione dei domiciliare avrebbe raggiunto Luca venerdì, il giorno prima della manifestazione anti militarista a Decimomannu dove per disperdere i manifestanti sarebbe stato dato alle fiamme un campo.