Seguici anche sul nostro canale Whatsapp
CAGLIARI. "La Sardegna si appresta a diventare la regione italiana con il più alto numero di detenuti in regime di 41bis". Lo sostiene Maria Grazia Caligaris, presidente dell'associazione "Socialismo Diritti Riforme", che fa notare come l'apertura del Padiglione a Cagliari-Uta, destinato alla detenzione in regime di massima sicurezza, "farà registrare la presenza di circa 200 persone in tre Istituti dell'Isola, Sassari, Nuoro e Cagliari, un autentico record nazionale".
In Italia i detenuti al 41 bis sono circa 740, un dato quasi costante, e sono suddivisi in 12 Istituti Penitenziari, con numeri molto variabili.
Si tratta di persone private della libertà appartenenti alle cosche mafiose, alla camorra e alla ndrangheta. "La questione non sembra destare particolare interesse da parte delle Istituzioni", denuncia Caligaris, "anche se alcuni segnali, provenienti dal territorio del sassarese e algherese, cominciano a impensierire i residenti".
L'incidenza sarà del 27% e andrà a sommarsi a quella dei detenuti dell'Alta Sicurezza (circa 600), pari al 6,4% rispetto ai 9.400 AS distribuiti nelle diverse carceri italiane.
"Le istituzioni locali non possono tralasciare di considerare - ricorda ancora la Presidente di SDR - la realtà di Case di Reclusione, come quelle di Tempio -Nuchis (160 AS) e Oristano-Massama (221 AS), la cui presenza, per la tendenza dei familiari di effettuare i colloqui con i parenti ristretti, modifica la consistenza socio-culturale delle comunità. Si tratta di Istituti che fino al 2012, inseriti nel contesto urban0, erano Case Circondariali, quindi con detenuti sottoposti a un regime di media sicurezza".
"Se a questo quadro si aggiungono le presenze di AS a Cagliari, Sassari e Nuoro è evidente che la Sardegna rischia di essere esposta a rischi molto elevati di infiltrazioni della criminalità organizzata, specie nelle aree territoriali più interessanti sotto il profilo degli investimenti", attacca Caligaris, "Forse però sarebbe anche opportuno promuovere una riflessione su aspetti economici troppo trascurati. Il Ministero della Giustizia, anche per la presenza delle tre Colonie Penali Agricole, dovrebbe l'esponente di SDR-garantire alla Regione Sardegna di utilizzare nelle mensee nelle cucine di tutte conclude le carceri, per detenuti, agenti e operatori penitenziari esclusivamente pasta, riso, carni, verdura, frutta e alimenti lattiero caseari prodotti e confezionati dalle aziende isolane. Sarebbe un segnale importante per riconoscere la generosità della Sardegna verso quella che appare sempre di più una servitù penitenziaria".