CAGLIARI. “Abbiamo chiesto al governo di sostenere in Europa la nostra lotta per il riconoscimento dell’insularità, perché solo così la Sardegna potrà raggiungere la concreta eguaglianza con il resto del Paese”. Si rivolge direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella il governatore Francesco Pigliaru, intervenuto questa mattina nella seduta solenne del Consiglio regionale alla presenza del capo dello Stato in occasione dei settant’anni dello Statuto speciale.
Una seduta iniziata con lieve ritardo con l’inno nazionale intonato dai bambini dell’istituto comprensivo “E. Puxeddu” di Villasor e terminata con le note di "Procurade ‘e moderare" eseguito dal coro Nugoro Amada. Nel mezzo gli interventi del presidente del Consiglio regionale Gian Franco Ganau e del presidente Pigliaru. Presenti alla cerimonia i consiglieri regionali, alcuni ex governatori e una delegazione di parlamentari ed europarlamentari di centro destra e centro sinistra. Assenti i parlamentari del Movimento cinque stelle a eccezione del senatore uscente Roberto Cotti. Prima di ripartire alla volta di Roma il capo dello Stato si è poi spostato a Villa Devoto insieme alla giunta al completo per una breve cerimonia di intitolazione della Sala della Giunta al padre nobile del Partito sardo d'Azione, Emilio Lussu.
Un commento sulla visita di Sergio Mattarella arriva dal portavoce dei Progetto AutodetermiNatzione Anthony Muroni: “Il presidente della Repubblica resta garanzia di tutti e ne abbiamo rispetto ma arriva in Sardegna per quella che più una celebrazione gioiosa appare la visita al capezzale di un ammalato grave. Il nostro Statuto - prosegue Muroni - compie 70 anni ma ne dimostra 200 tanto è stato oltraggiato, trascurato, ignorato, calpestato, sia dalle istituzioni che avrebbero dovuto difenderlo e valorizzarlo sia da una classe politica totalmente scollegata dalla realtà sarda".
Ancora più dura e simbolica, restando sul fronte autonomista, la reazione alla visita del Capo dello Stato da parte del Partito dei sardi, i cui consiglieri regionali - come sottolinea su Facebook il presidente del Pds Franciscu Sedda - "sono rimasti seduti durante l’inno italiano. Perché si sappia che noi del Partito dei Sardi siamo lì solo per i sardi e per la Sardegna".
Su toni decisamente più concilianti si articola il commento del senatore del Partito democratico Silvio Lai: “Buon compleanno Sardegna - scrive il parlamentare Pd - Si sono festeggiati oggi alla presenza del presidente Sergio Mattarella i primi settanta anni di vita dello statuto regionale che ha fissato l'autonomia e le sue regole. Ed è proprio la partecipazione significativa del presidente della Repubblica che attesta simbolicamente cos'è e come è nata l'autonomia della Sardegna. Non è stata pensata, giustamente, come separazione ma quale necessità inderogabile, allora, di affrontare specificatamente una realtà, quella sarda, che per storia, cultura, tradizioni ma anche precarie condizioni di vita individuale e collettiva, occorreva affrontare in maniera diversa".
"Si trattava - continua Lai - di dare la spinta su temi fondamentali per la nostra Terra, che occorreva governare direttamente poiché le caratteristiche risultavano diverse dalle altre regioni d'Italia e pertanto non inglobabili in direttive univoche ed omogenee. La distanza non era solo geografica. Così è stato e almeno per una prima lunga fase i risultati sono stati importanti nel segno di quell'afflato comune che ha segnato, aldilà delle diverse giacché sociali, istituzionali e politiche, i comportamenti e gli obiettivi da perseguire, sia nell'Isola e sia nei rapporti con lo Stato. Poi è successo altro. La Sardegna è diventata terra di conquista e per certi versi di saccheggio. C'è stato pure chi l'avrebbe voluta vendere e chi perdendo le radici politiche fondanti della sardità ha barattato un posto al sole a Roma con chi la Sardegna l'ha messa in ginocchio. Eppure le ragioni dello statuto autonomista permangono tutte".
"È in Sardegna - evidenzia il senatore uscente - che si giocano più che altrove le ragioni dello sviluppo di qualità, di come il turismo ben regolato porti risorse e buona occupazione, soprattutto per i giovani, di come valorizzare il patrimonio archeologico che racconta una millenaria storia, di come la lingua sarda non venga confusa con un normale dialetto, di come le produzioni enogastronomiche siano punti d'eccellenza nel mondo e rafforzino i nostri territori. Così - conclude il senatore dem - si affronta concretamente la grande questione dell'insularità".