MACCHIAREDDU. "Grave contaminazione dell'aria per effetto della dispersione delle polveri nocive", "grave contaminazione del suolo", "contaminazione delle falde acquifere di metalli pesanti e composto inorganici (solfati, fluoruri e allumina idrata)", "contaminazione da fluoro degli allevamenti a Macchiareddu". Sono queste le accuse contenute nell'ordinanza di arresto contenuta in 168 pagine firmata dal Gip Ornano.
Sette gli arresti - cinque con la misura del carcere e due ai domiciliari - nell'operazione compiuta oggi alla Fluorsid di Cagliari dal Corpo forestale e di vigilanza ambientale della Sardegna per i reati di associazione a delinquere, finalizzata alla commissione di plurimi delitti ambientali, e inquinamento e disastro ambientale.
Un terremoto giudiziario si abbatte sulla Fluorsid, l'industria di proprietà del presidente del Cagliari Tommaso Giulini. Sette arresti - non Giulini - tra i vertici della società e di una ditta di trasporti, usata per lo stoccaggio illecito di rifiuti industriali.
L'inchiesta è coordinata dal pm Marco Cocco e gli uomini in campo sono quelli del nucleo investigativo provinciale della Forestale, coordinati da Fabrizio Madeddu. In corso gli interrogatori. Secondo le prime indiscrezioni sarebbe stato sequestrato un terreno di 10 ettari nel quale sarebbero stati interrati dei rifiuti. Sigilli anche in un'area all'interno della società.
In manette sono finiti il direttore della Fluorsid Michele Lavanga, e il responsabile del settore qualità e ambiente di Fluorsid Sandro Cossu, il coordinatore del controllo della produzione di base Alessio Farci e il direttore tecnico Fabrizio Caschili. Coinvolta anche un'impresa, la Ineco, con il titolare Armando Bollani e due dipendenti: Marcello Pitzalis e Simone Nonnis.
L'attività investigativa è partita su segnalazione del servizio veterinario di sintomi di flurosi nei capi ovini che pascolavano nella zona di Macchiareddu, una patologia che determina gravi danni all’apparato dentario e osseo e impedisce agli animali di alimentarsi. Le indagini si sono sviluppate attraverso la raccolta di dichiarazioni testimoniali, querele, sopralluoghi, acquisizioni documentali, servizi di pedinamento e controllo, rilievi descrittivi, analisi chimiche da parte dei laboratori universitari incaricati ed inoltre attraverso attività di intercettazione di conversazioni. L’attività di intercettazione rivela che tutte le attività illecite sono l’esito di una precisa e organizzata metodologia di lavoro nella quale dai vertici aziendali venivano sistematicamente ordinate tutte le attività illecite riscontrate.
I DATI. La raccolta dei dati analitici ha permesso di accertare e documentare che dalle lavorazioni dello stabilimento della Fluorsid si sviluppano ingenti quantità di polveri anche sottili (PM10) rilevate dalle centraline Arpas posizionate nell'area dello stabilimento che hanno registrato negli ultimi sei anni il superamento dei valori di legge. Successivi approfondimenti hanno permesso di rivelare sia sugli strati superficiali del suolo che sull’erba da pascolo, concentrazioni elevatissime di fluoro, attraverso rilievi analitici eseguiti dal Dipartimento di Chimica Università di Cagliari.
L’andamento di progressivo peggioramento dei valori di inquinamento, definiti veramente sconcertati nell’ordinanza, è stato messo in correlazione con plurimi e sistematici illeciti ambientali quali occultamento e interramento si fanghi acidi al suolo fatti questi ampiamente documentati e accertati nel corso della indagine.
L’ORDINANZA. Il dispositivo del GIP che si articola in 168 pagine e descrive come attraverso una complessa attività di indagine eseguita dal Nucleo Investigativo (NIPAF) del Servizio Ispettorato di Cagliari dal 2015 al 2017 si è accertata esistenza di una associazione criminale che attraverso lo stoccaggio all’aperto, la movimentazione, le lavorazioni di materie prime e sottoprodotti e omettendo qualsiasi intervento di mitigazione ambientale cagionava i reati contestati. L’ordinanza contesta testualmente:
1) Una grave contaminazione dell'aria, per effetto della dispersione delle polveri nocive, altamente concentrate, provenienti dallo stabilimento Fluorsid dal cantiere di Terrasili.
2) Una grave contaminazione dei suolo, ascrivibile anzitutto alla diffusione delle polveri, e dimostrata dalle analisi dei campioni di suolo e di vegetali (di specie pabulari), prelevati da aree prossime allo stabilimento (…);
3) Contaminazione delle falde acquifere di metalli pesanti e composti inorganici, (…) (solfati, fluoruri e allumina idrata).
4) Contaminazione da fluoro degli allevamenti a Macchiareddu. In particolare, è acclarato che alcuni capi ovini allevati a Macchiareddu in zone raggiunte dalle polveri emesse da Fluorsid e interessata da illeciti sversamenti di rifiuti analoghi a quelli di cui si è fin qui parlato, avevano contratto la Fluorosi, una grave malattia (…).
5) (NdR: le persone abitanti le zone periferiche dell'abitato di Assemini) (…) lamentavano che, specie quando spirava il vento, le polveri si infilavano in casa anche attraverso gli infissi, creando dappertutto una densa patina biancastra; tutti avevano lamentato bruciori agli occhi ed alle vie respiratorie, avevano riferito dell'odore acre e acido delle polveri. Alcuni avevano notato effetti nocivi sui figli minori, e altri li avevano paventati, (…).
6) L'interramento e sversamento di rifiuti pericolosi quali: Fluorsilicati, fanghi acidi, amianto, olii, rifiuti di varia natura, nonché la lavorazione all'aperto di sostanze velenose all'ingestione come la criolite, lo sversamento di cloruro, hanno certamente determinato una contaminazione delle matrici ambientali in misura che va ancora esattamente quantificata, ma che è in atto ed è grave come è dimostrato dalle patologie su descritte e dalla pressoché totale scomparsa della vegetazione nelle aree adibite a discarica.
7) Da ultimo va ricordato che lo sversamento di fanghi acidi nella laguna di Santa Gilla è un fatto che si è accertato reiterato e non occasionale (…)
I fatti elencati hanno determinato il deterioramento significativo e misurabile dell’aria del suolo e delle acque integrando il disastro ambientale con pericolo dell’incolumità pubblica.