CAGLIARI. Forse è tutta colpa dell'impostazione del questionario del ministero dell'Istruzione, che impone alle scuole di rispondere a domande sulla presenza di immigrati e sulle condizioni socio-economiche degli alunni per compilare il questionario sull'autovalutazione dell'offerta formativa. Gli istituti non possono esimersi dal seguire il tracciato deciso a Roma. E così al liceo classico Dettori di Cagliari, nella parte dedicata all'ambiente socio economico della scuola, depositata al ministero, si legge che "il background degli studenti, appartenenti per lo più a famiglie di estrazione socio culturale medio alta, e con una situazione economica che non presenta situazioni di profondo svantaggio,consente di concentrare l’attività formativa e didattica sugli aspetti più propriamente legati all’apprendimento disciplinare,piuttosto che al superamento di situazioni di disagio ambientale". Quindi: non ci sono situazioni difficili, perché non ci sono molti poveri, quindi ci si può dedicare allo studio e insegnamento del greco e della filosofia senza doversi preoccupare di recuperare qualcuno che in casa non ha molti soldi.
Diversa situazione al Marconi, un istituto industriale, dove l'autovalutazione racconta tutta un'altra storia: "Il livello medio di istruzione delle famiglie - complessivamente basso - e di conseguenza gli stimoli culturali che gli allievi possono avere dal contesto di provenienza è da indicare come un possibile vincolo nello sviluppo delle loro competenze". Ma c'è spazio anche per una polemica con le istituzioni: "La risposta politica ed economica del territorio in cui la scuola è allocata -in relazione a quelle che sono le esigenze dell'utenza (soprattutto in termini di mercato del lavoro)- non sono ancora da ritenersi adeguate e pienamente rispondenti al contesto e alle esigenze degli studenti e del territorio".