SANITÀ. Carla Pisanu è morta a 35 anni. Un'altra donna di Cagliari è ancora ricoverata in Rianimazione. Un'altra ancora ha appena lasciato il reparto di terapia intensiva, migliora, è ha cambiato reparto. Tutte colpite da pericolosissime complicanze dell'influenza. Le stesse che il 2 febbraio hanno ucciso Tonino Tangianu, operaio ogliastrino morto il 2 febbraio dopo essere stato colpito da influenza A, la febbre suina. E hanno stroncato un paziente gallurese al Giovanni Paolo II di Olbia pochi giorni prima.
Numeri preoccupanti quelli che arrivano dal reparto di Rianimazione del Santissima Annunziata di Sassari, dove sono stati trasportati i casi più gravi registrati in Sardegna nelle ultime settimane.
A farli confluire nell'ospedale turritano contribuisce la possibilità dell'Ecmo, (Extracorporeal membrane oxygenation) cioè l'ossigenazione extracorporea a membrana: una tecnica di ossigenazione artificiale utilizzata in terapia intensiva per trattare pazienti con insufficienza respiratoria acuta grave potenzialmente reversibile ma refrattaria al trattamento convenzionale con il respiratore meccanico. Tangianu e Carla Pisanu, nonostante gli sforzi dei medici, non ce l'hanno fatta.
L'ultima vittima, di Bari Sardo, è arrivata a Sassari il 3 gennaio in condizioni critiche. Era incinta, Carla Pisanu. Il 12 gennaio, alla venticinquesima settimana di gravidanza, i medici hanno deciso di effettuare un parto cesareo. Sono venute alla luce due gemelle, tenute sotto stretta osservazione nel reparto di terapia intensiva neonatale.
La febbre suina deve fare paura? No, a sentire il responsabile del dipartimento di Cura e prevenzione dell'Azienda ospedaliero-universitaria di Cagliari, Ferdinando Coghe: "La mortlità è maggiore per la comune influenza", spiega. Nel servizio (sopra) anche l'intervista all'assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, che attende di monitorare tutti i dati sui ricoveri e i decessi in Sardegna.