CAGLIARI. "Peccato, con qualche giorno di lavoro potevamo fare di tutto. L'anno prossimo raspiamo ogni fondo". Questo il tenore delle chat di whatsapp tra il consigliere regionale Valerio De Giorgi e il suo collaboratore Marco Pili, promotori della lista Sardegna Forte che aveva portato il primo a essere eletto nel 2019 nell'aula di via Roma. I due sono stati arrestati questa mattina nell'ambito di un'inchiesta del pm Giangiacomo Pilia che ha fatto luce su episodi di corruzione, truffa e voto di scambio, che vede coinvolti in tutto 15 indagati.
Con loro è finito in manette anche il costruttore Corrado Deiana (qui la notizia). Il magistrato aveva chiesto l'arresto anche per Rita Floris, sorella dell'ex moglie di De Giorgi e presidente della Proloco Città di Cagliari. Ma il Gip Giorgio Altieri non ha concesso la misura.
Ed è proprio sulla Proloco che si sono concentrate le attenzioni degli inquirenti. Partiti per indagare su presunte minacce rivolte a De Giorgi, hanno scoperto i movimenti dell'onorevole e di Pili che, stando all'ipotesi dell'accusa, avevano messo in piedi un sistema per drenare soldi pubblici. Per questi si scambiavano messaggi come quello sul "raspare" le risorse. Succedeva a luglio del 2020. Qualche mese dopo ebbero un'idea: creare un'associazione, inventarsi u progetto di valorizzazione di Cagliari. E passare all'incasso. Come?
Nei piani era sufficiente un emendamento alla manovra che la Regione stava approntando per affrontare l'emergenza economica causata dal Covid. Attraverso la sapiente competenza di referendario del consiglio regionale De Giorgi era riuscito a far passare in giunta un emendamento di ben 650mila euro, fondi da destinare alla Proloco. Che non aveva certo una lunga storia alle spalle. Anzi: era stata create nel 2019, con il coinvolgimento di amici e conoscenze strette. Il dominus era De Giorgi, il cui ruolo di consigliere regionale era incompatibile. Così prima Pili e poi la Floris hanno ricoperto il ruolo di presidenti. La sede era in uno stabile di Pili.
La Pro Loco aveva anche una socia, Luana Pilloni. Che non sapeva niente di questo finanziamento pubblico. E anzi, venuta a conoscenza, ha preso le distanze e si è dimessa. Sentita dagli inquirenti ha spiegato che tutta l'operazione fosse stata messa in piedi senza informare nessuno. Tanto che lei è arrivata a sbattere le porta.
Intanto il possibile finanziamento era diventato di dominio pubblico, da Cagliari il consigliere comunale Matteo Massa aveva sollevato seri dubbi sulla legittimità. E quando il provvedimento è arrivato in consiglio regionale. dove De Giorgi era presidente della commissione Bilancio, è stato sconfessato sia dall'assessore al Turismo Gianni Chessa che da quello al Bilancio Giuseppe Fasolino. E con l'accordo dei capigruppo era arrivato lo stop. I soldi non sono stati erogati. Ma il tentativo di "raspare" è stato ricostruito nei minimi dettagli.
Ed era attuato da chi diceva "fai un progetto su Sant'Efisio, un giornale online per i sardi nel mondo. Muoviti, tira fuori idee. Cerchiamo una misura". Per prendere soldi pubblici.
- E.F.
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