CAGLIARI. In Sardegna c'è troppo caldo per stare in aula a settembre, soprattutto in strutture che non hanno impianti di climatizzazione: meglio far partire l'anno scolastico a ottobre e farlo finire dopo la seconda metà di giugno. Questa la proposta dei Riformatori sardi, che hanno depositato una mozione in consiglio regionale per modificare il calendario delle lezioni sull'isola. Così, sostengono i promotori della proposta, si potrà anche assecondare la vocazione turistica della Sardegna. E i giorni che rischierebbero di mancare per rispettare il limite minimo di 200 l'anno? Si recupererebbero con rientri pomeridiani. Riformatori (Luigi Crisponi, Michele Cossa e Attilio Dedoni) , ma non solo: ad appoggiare la mozione ci sono anche esponenti del Pd, del Partito dei Sardi e altri partiti di minoranza. Con eventuali recuperi pomeridiani durante l'anno scolastico, inoltre, si riuscirebbe a rispettare il limite minimo di 200 giorni di lezione l'anno previsti dalla normativa nazionale. E' quanto propone il gruppo dei Riformatori sardi in Consiglio regionale, che ha presentato una mozione trasversale, sottoscritta da una quindicina di consiglieri, fra i quali i capigruppo della minoranza e alcuni esponenti della maggioranza, del Pd, dei Cristiano popolari socialisti e del Partito dei Sardi.
La mozione impegnerebbe il presidente della Regione Francesco Pigliaru ad aprire un dialogo col ministero dell'Istruzione per armonizzare il calendario scolastico sardo alle condizioni climatiche dell'Isola. Il personale, spiega Crisponi, "è costretto a lavorare col caldo afoso esagerato, in strutture non climatizzate. Inoltre le famiglie potrebbero meglio programmare le loro ferie, sfruttando un periodo ancora favorevole come quello di settembre".