CAGLIARI. I piccoli ucraini sono al sicuro a Cagliari. E dopo la felicità, scoppia la polemica che era rimasta a covare sotto la cenere mentre i bambini viaggiavano verso la Sardegna. Il prefetto del capoluogo, Gianfranco Tomao, durante la riunione operativa di martedì per l'organizzazione dell'accoglienza, alla quale hanno preso parte tutti i prefetti dell'Isola, i più alti graduati delle forze dell'ordine, sindaci e protezione civile, aveva criticato "iniziative estemporanee" legate al trasferimento nell'Isola dei profughi in fuga dalla guerra.
Di questa posizione, qualcosa era intuibile nel comunicato rilasciato l'indomani da piazza Palazzo, dove si legge che il prefetto avesse sottolineato "l’importanza di ricondurre tutte le iniziative di accoglienza, seppure meritevoli, ai paradigmi istituzionali dell’accoglienza, in modo da garantire l’osservanza delle prescrizioni governative emanate a seguito delle note vicende che hanno portato alla crisi ucraina".
Insomma: chi ha portato gli ucraini in Sardegna ha compiuto un bel gesto, per il rappresentante del governo in Sardegna, ma è meglio non improvvisare.
Parole che hanno fatto infuriare il deputato di Forza Italia Ugo Cappellacci, collegato in videoconferenza dal bus sul quale stava facendo rientro dall'Ucraina, dove aveva preso decine di orfani. L'ex governatore prima ha replicato duramente durante la riunione, spiegando che la sua missione fosse concordata con la Farnesina e col ministero delle Politiche sociali di Kiev.
Poi oggi, da Roma, ha rincarato la dose: "Ne uccide più la burocrazia della guerra", ha accusato, "le istituzioni dovrebbero essere rappresentate da chi propone soluzione e non individua solo problemi", ha aggiunto. Senza nominare il Prefetto. Ma i destinatari delle dichiarazioni sono chiari.