KIEV. In Ucraina, durante l'invasione russa si spara e si muore. L'Occidente ha rinunciato fin da subito all'opzione militare e per rispondere all'attacco di Vladimir Putin ha puntato sulle sanzioni, per cercare di indebolire nel lungo periodo la potenza economica di Mosca. Alimentata, finora, anche dai soldi italiani, spesi per pagare il 45% del gas importato nel Paese che adesso teme la crisi energetica, anche se su nessun fronte si è parlato di interruzione delle forniture.
Ma per far fronte a ogni eventualità il premier Mario Draghi oggi ha parlato dell’opzione di una riapertura delle centrali a carbone. Queste in Italia sono sette e due si trovano in Sardegna: la “Grazia Deledda” di Portoscuso e quella di Fiume Santo a Sassari. Gli impianti sono ancora in funzione fino al 2025 come stabilito con gli impegni presi a livello internazionale nelle ultime Cop sui Cambiamenti climatici.
Per questo motivo l’opzione carbone sarebbe un problematico passo indietro sul fronte ambientale.
"Saremmo costretti ad accettare questa scelta perché è mancata nel tempo nella nostra regione una programmazione capace di traguardare l'obiettivo della decarbonizzazione certa e che ci portasse all'utilizzo di soluzioni alternative per la produzione di energia elettrica", afferma Samuele Piddiu, segretario Cgil Sardegna.
Intanto oggi l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, ha fatto sapere che la Regione intende predisporre un bando per l'accesso ai fondi previsti dal 'Piano nazionale di ripresa e resilienza' in relazione alla realizzazione, in aree industriali dismesse, di siti di produzione di idrogeno verde, cioè prodotto con fonti energetiche rinnovabili.
Quindi la Regione punta sull'idrogeno verde per cercare di raggiungere l'autonomia energetica, anche in vista della decarbonizzazione fissata per il 2025 e messa in discussione proprio oggi dal premier Mario Draghi.
"La Sardegna non ha ancora una tecnologia capace di utilizzare l'idrogeno in maniera massiva per la produzione di energia in nessun modo. Mi sembra una dichiarazione molto inopportuna. Inoltre per produrre idrogeno verde serve tantissima energia elettrica. Noi non siamo nelle condizioni di poter dire che l'idrogeno possa sostituire le fonti fossili. Non siamo in quella fase tecnologica né in quella di capacità produttiva".