CAGLIARI. "Disposizioni in materia di sanità e politiche sociali". Questo il capitolo di bilancio della legge Finanziaria, in discussione, che ha acceso il dibattito in consiglio regionale. E se sono scontati gli attacchi da parte dell'opposizione, reduce da un'ispezione che ha tracciato un quadro preoccupante sulla salute degli ospedali sardi che sembrano vivere una piena emergenza Covid (qui la notizia), non lo sono quelli arrivati dalla maggioranza.
Durante il dibattito ha preso la parola Giorgio Oppi, leader dell'Udc. E l'attacco è arrivato per l'assessore Mario Nieddu. In Sardegna Ares ha preso il posto di Ats. L'agenzia si occupa della parte ammnistrativa della sanità. Eppure, ha spiegato Oppi, "Che mestiere ci fanno 20 medici? Come mai Ares ha 594 amministrativi e 52 infermieri e pure Ooss?", ha chiesto Oppi, che ha aggiunto: "A queste domande l’assessore Nieddu dovrebbe rispondere. Io sono critico perché sono sempre stato un decisionista e non capisco cosa ci voglia ad assumere 1400 infermieri in graduatoria, nonostante abbiamo bisogno drammatico di infermieri. Lo faccia, assessore: si imponga”.
Il consigliere dei Riformatori Michele Cossa ha osservato che dal dibattito sono emersi molti problemi anche se l’opposizione ha usato un “carico” eccessivo dovuto in realtà ad un sistema sanitario “clientelare” che ha, purtroppo, radici profonde nel passato. Tuttavia la situazione è complicata ed aggravata dalla pandemia, nella quale è stata avviata una riforma che doveva portare più servizi sul territorio, lasciando a livello centrale alcune funzioni amministrative per realizzare economia di scala. La riforma, ha precisato l’esponente dei Riformatori, va accelerata decentrando sul territorio le funzioni prima esercitate da Ats e su questo c’è un evidente ritardo, come se Ats fosse ancora attiva all’interno di Ares dopo la sua eliminazione.
A nome della Giunta l’assessore della Sanità Mario Nieddu ha innanzitutto smentito di aver detto che “va tutto bene”, anzi, è vero il contrario perché siamo ancora nel pieno della pandemia, durante la quale abbiamo elaborato strategie nuove che poi abbiamo cambiato a seconda delle diverse fasi dell’incidenza del virus. Indubbiamente, ha riconosciuto Nieddu, c’è ancora “stress” sul nostro sistema ma dovuto ai circa 50.000 non vaccinati e ad una tendenza alla riapertura nella quale alla maggiore circolazione delle persone corrisponderà una maggiore circolazione del virus. Quanto al numero dei posti letto, ha aggiunto l’assessore, non è stata modificata ma è successo semplicemente che il picco dei contagi ci ha costretto a convertire un gran numero di reparti, e questo è anche il motivo della chiusura di alcuni punti di pronto soccorso che non possono esistere in ospedali Covid.
Mi dispiace, ha continuato Nieddu, non aver sentito un cenno di apprezzamento sulla campagna vaccinale che in Sardegna è andata davvero molto bene, nonostante la sanità sarda sconti una carenza strutturale di organico di almeno il 50%, numeri che non erano e non sono sufficienti nemmeno a gestire l’ordinario.
A questo problema, ha ricordato ancora Nieddu, abbiamo dato una risposta forte con 101 concorsi per 1315 posti complessivi, molti dei quali conclusi. Venendo ad alcuni tempi concreti sollevati nel corso del dibattito, l’assessore della Sanità ha annunciato che la prossima settimana inizieranno le chiamate degli infermieri inseriti in graduatoria anche se, ha sottolineato, la gran parte sta già lavorando come del resto i medici, perché spesso si partecipa ai concorsi solo per sede.
Soffermandosi infine sull’andamento del processo di riforma, l’assessore h difeso la scelta di farla subito nonostante la pandemia ma necessariamente era prevedibile una fase transitoria: l’Ares in effetti è in un “limbo” perché mancano la delibera di assegnazione delle risorse alle diverse aziende ed il completamento della pianta organica degli amministrativi, ed anche il piano di scorporo è quasi pronto per essere esaminato dalla Giunta.
- Redazione
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