CAGLIARI. Situazione da guerra negli ospedali della Sardegna. L’hanno definita così i consiglieri regionali che ieri, nel giorno di San Valentino, hanno deciso di fare un tour tra i pronto soccorso dell’Isola. Ognuno nel proprio territorio di competenza. E che gli ospedali fossero al collasso già si sapeva. Ma gli esponenti di minoranza che hanno viaggiato tra i corridoi dei presidi ospedalieri dicono che sembrano “da campo”, come se ci fosse una guerra.
Più ricoverati (parte di questi non comunicati al ministero), meno professionisti (250 tra il Brotzu e il Policlinico sono a casa con il Covid), graduatorie bloccate per l’assunzione di infermieri, e c’è anche chi si mette una mano nella coscienza e lavora con un tutore anziché stare a casa in malattia. Questo e altro hanno visto e descritto gli esponenti del centrosinistra e Movimento Cinquestelle in Consiglio regionale. “Il pronto soccorso di Sassari accoglie in media 100 pazienti al giorno con punte di 170”, dice il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Gianfranco Ganau, “si contano anche 60 pazienti covid posteggiati in attesa di ricovero che non rientrano nella conta ufficiale dei dati che vengono trasmessi al ministero”. A Oristano si ricorre al personale medico in affitto. “Ma non è questa la gravità”, precisa Ganau, “più che altro il fatto che non si ricorra a professionisti con professionalità specifica nella medicina d’urgenza e d’accettazione”.
“A Nuoro i medici del pronto soccorso sono sottodimensionati del 50 per cento”, aggiunge Daniele Cocco di LeU, “ la facente funzioni deve recuperare 90 giorni di ferie, gli altri 60 in media. Hanno avviato i reparti covid o per patologie collaterali sia a Nuoro che a Ozieri ma non hanno mai aperto, non c’è personale, manca il 50 per cento degli infermieri, eppure una graduatoria c’è, ma non si capisce perché non vada a scorrimento”. Roberto Li Gioi del Movimento Cinque Stelle, insieme al collega del Pd Giuseppe Meloni, ha visitato il pronto soccorso di Olbia:” Abbiamo trovato una situazione di guerra con 20 pazienti nelle barelle, un’operatrice con un tutore che sarebbe dovuta rimanere a casa e invece continua a lavorare, i medici del pronto soccorso smontano da lì e vanno a Tempio”.
Del cagliaritano invece parla il capogruppo dei Progressisti Francesco Agus:” Si registrano duecento posti in meno rispetto a quelli indicati nella rete ospedaliera, 250 sanitari tra Brotzu e Policlinico hanno contratto il covid e sono a casa, gli ospedali sono pieni di positivi ricoverati, chi ha bisogno di un letto lo trova in un reparto che nulla ha a che fare con la sua patologia”. E non si risparmiano neanche i pazienti oncologici. “Chi deve essere operato”, dice il collega di partito Massimo Zedda, “se non è urgente, l’operazione si rimanda.” E sempre Zedda parla di una grave carenza di sangue che attanaglia tutta l’Italia. “Non c’è autosufficienza in Sardegna e non si può neanche acquistare il sangue altrove, al Brotzu ci sono 40 sacche, e solo per un trapianto ne servono 30”. Per questi motivi i politici del centrosinistra e del Movimento Cinque Stelle bussano ai piani alti, la Regione non risponde. “Chiediamo al ministero che faccia arrivare gli ispettori, sono necessari contratti a tempo indeterminato più incentivi per i professionisti che decidono di rimanere nell’Isola, reclutamento di oss e assunzione dei medici nei reparti di competenza”
- Monica Magro
- News