CAGLIARI. Diciassette. Tanti sono i morti inseriti negli ultimi due giorni nel bollettino della regione sul Covid. Dieci conteggiati nel report di ieri, 26 gennaio, e altri sette in quello odierno. Ma non tutti se ne sono andati nelle ultime 48 ore.
Nella conta oggi è stato inserito anche Francesco Matta, 38 anni, di Selargius: è morto dieci giorni fa, all'improvviso. Risultato poi positivo al Covid, il suo corpo è stato sottoposto a esame di riscontro diagnostico al santissima Trinità per accertare le cause del decesso. Sono emersi gravi problemi polmonari e alla trachea. Ma il referto non ha determinato con certezza che sia stato ucciso dal Covid. Morto positivo, è stato comunque considerato come morto per il virus.
Ma questa non è l'unica anomalia che emerge dalla consultazione dei dati.
Ieri, con 10 vittime, in terapia intensiva risultava un posto letto occupato in più. E nella stessa giornata era stato registrato un solo ingresso. Quindi, a leggere i numeri, nessuna delle vittime sarde di ieri era morta mentre era ricoverata in Rianimazione.
Oggi la situazione è simile: sette decessi, in terapia intensiva risultano 32 letti occupati, come ieri, con un solo nuovo ingresso registrato. Significa che, forse, solo una delle sette vittime era nei reparti ad alta intensità di cura. Quindi: dove stanno morendo i sardi che risultano stroncati dal Covid?
La domanda resta aperta. E la speranza è che la risposta non si trovi nella cronaca dei giorni scorsi, quando a Oristano il cuore di quattro positivi aveva smesso di battere nel giro di 72 ore. Nessuno di loro era in reparto: erano tutti in attesa di ricoveri, seguiti in un'ala del pronto soccorso. Che sono pieni di contagiati in tutti gli ospedali della Sardegna.
Occupano letti, ma non vengono conteggiati come pazienti. E a volte muoiono, senza essere passati dalle terapie intensive.