ROMA. Dovevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Erano i bei tempi, nel 2018, dell'elezione dei 16 parlamentari (su 24 totali) eletti con il Movimento 5 Stelle in Sardegna: un partito di lotta a cui è piaciuto molto il governo, fino a implodere. Oggi oltre un terzo ha abbandonato le file che furono grilline. Tra espulsi, dimessi e deputati e senatori che, seduti a Roma, sono andati nei guardaroba di altri partiti e hanno cambiato casacca.
In principio fu Andrea Mura. Il velista oceanico che, quasi sempre assente, aveva sostenuto di poter svolgere il suo compito di rappresentante del popolo anche mentre si trovava al timone e non a Montecitorio. Scatenò un maremoto, ad agosto 2018 fu costretto a dimettersi con il marchio d'infamia dei colleghi. Gli subentrò Andrea Frailis (Pd).
La mancata adesione alla linea governista, all'inizio del 2021, costò l'espulsione ad atri tre deputati: Emanuela Corda, Andrea Vallascas e Pino Cabras. Hanno creato il nuovo simbolo l'Alternativa c'é e attaccano il governo sulle politiche vaccinali e del green pass.
Mara Lapia, nuorese, è entrata nel Centro democratico a gennaio dell'anno scorso.
Più recente alla Camera la defezione di Lucia Scanu: oristanese, disoccupata prima dell'elezione, da Natale 2021 ha deciso di lasciare il Movimento 5 Stelle e passare al gruppo di Coraggio Italia. Quello di Giovanni Toti: il centro del centro che guarda a Renzi ma non disdegna Berlusconi. Nessuna spiegazione agli elettori sardi. Cambia, e basta.
Alla Camera restano fedeli alla linea Luciano Cadeddu, Mario Perantoni, Alberto Manca, Nardo Marino e Paola Deiana.
Più solido il gruppo al Senato. L'unico che ha deciso di sua volontà di lasciare a Palazzo Madama è stato Gianni Marilotti: ha abbandonato il M5s a novembre 2020 per passare al gruppo per le Autonomie. Poi da gennaio a marzo è entrato tra gli Europeisti del Centro democratico. Ma anche qui non si è trovato bene e dopo un breve periodo ramingo è approdato al Pd.
Nel suo vecchio gruppo, dove sono stati eletti, restano Ettore Licheri (fedelissimo di Conte), Elvira Lucia Evangelista e Emiliano Fenu. Era stata eletta anche Maria Vittoria Bogo Deledda, prematuramente scomparsa. Nel suo collegio, alle suppletive, era subentrato Carlo Doria della Lega.