CAGLIARI. Tutti ammassati e senza mascherina. Si sono presentati così circa 300 no vax davanti al consiglio regionale lato porto. Inizialmente si erano dati appuntamento in piazza Matteotti, con tanto di manifesto circolato sui social che annunciava disobbedienza civile e ribellione. Dopo un periodo di pausa forzata dovuto al divieto di organizzare manifestazioni in piazza, quindi, a due giorni dall’entrata in vigore dell’ultimo dpcm del Governo, tornano a farsi sentire.
Questa mattina erano perlopiù over 50. Perché è proprio rivolto a lavoro l’ultimo documento del consiglio dei ministri, e prevede regole talmente rigide da attivare quasi un lockdown per chi ha più di 50 anni e ancora si ostina a non accedere alla campagna vaccinale. Una signora, non vaccinata, parla di un Governo “di criminali”. Dice che “non si può imporre un vaccino dannoso e inutile”. Non tutti sono propensi a rivelare se sono vaccinati o meno. Così come un signore che i cinquant’anni li ha superati da poco. E sostiene che queste misure non intacchino la sua attività lavorativa.
“Umanamente mi sento di partecipare, contesto soprattutto lo stato di costruzione”. Un altro manifestante tiene un cartello in mano, scritti nero su bianco gli articoli 1 e 32 della Costituzione. Lui il vaccino l’ha fatto, prima e seconda dose, ma non intende fare la booster. “Sono chiamato a tutelare la costituzione che oggi vedo calpestata”, dice, “ho fatto il vaccino perché sono stato ingannato”.
A sostenere la battaglia dei no vax sardi, anche i deputati di "L'Alternativa c'è" Pino Cabras, Emanuela Corda e Andrea Vallascas, tutti ex cinque stelle. Anche loro contro le misure del governo, hanno già sottoscritto un ricorso alla corte costituzionale. Il super green pass, dicono, va a colpire soprattutto gli isolani.
E come il resto dei manifestanti, parlano di forti discriminazioni e di aumento dei contagi nonostante le regole restrittive. “Sono misure antiscientifiche che non hanno avuto nessun impatto sulla questione dei contagi”, dice Cabras, “anzi, da quando sono state introdotte, i contagi sono aumentati esponenzialmente, creano discriminazione, il massimo è quella nelle Isole, con la Sardegna che risulta sequestrata e le isole minori ancora di più”.
Sulla stessa linea Emanuela Corda che aggiunge: “Non bisogna coercire le persone, non minacciare e non dividerle in classi sociali, i prezzi dei tamponi sono vergognosi, in altri paesi costano un euro e questo spiega perché ci sia stato un maggiore controllo dei contagi”.
Il suo collega Andrea Vallascas si rivolge alla Regione. “Chiediamo che difenda il diritto della circolazioni dei sardi e di tutti gli italiani, ricordiamo che la Regione fa parte della maggioranza di questo Governo. Dal 10 gennaio i sardi saranno sequestrati nella propria Isola”.